Giovanni Paolo Gallucci

Theatrum mundi et temporis , Venezia 1588

 

Giovanni Paolo Gallucci  

Theatrum mundi et temporis 

 

A Venezia nel 1588 viene pubblicato il Theatrum mundi, et temporis, di Giovanni Paolo Gallucci. Se il  Delle stelle fisse di Piccolomini ha il pregio di essere una guida alla lettura del cielo stellato, il testo di Gallucci si distingue per essere una vera enciclopedia  di conoscenze astronomiche. La descrizione del firmamento appare soltanto nel Libro V, soffermandosi gli altri libri a descrivere le teorie tolemaiche del movimento dei pianeti, del Sole, della Luna con relative eclissi. Vi si trovano poi due tavole del globo terrestre e una dell' inferno dantesco. Alle tavole per il calcolo del passaggio al meridiano del Sole seguono altre sugli influssi astrologici, ma anche delle tavole per il calcolo del numero aureo e quelle trigonometriche del seno. Curioso è il libro VI che comprende una bella tabella con la previsione della precessione degli equinozi dal 1588 al 1800. Un vero compendio delle conoscenze astronomiche e astrologiche del periodo.  

Nel libro V sono raffigurate le quarantotto costellazioni in altrettante tavole indipendenti. La novità è rappresentata dalle coordinate latitudinali e longitudinali, i dati delle quali sono ripresi dal De Revolutionibus di Copernico, che appaiono ai bordi e al centro delle tavole alle quali sono riferite le posizioni molto precise delle stelle suddivise in quattro magnitudini.   Alcune figure vengono disegnate dal Gallucci di spalle ribaltando la tradizionale rappresentazione greco tolemaica, rendendo così impossibile il metodo di descrivere la posizione delle stelle rifacendosi ai particolari anatomici delle figure. Questa scelta verrà confermata da alcuni successivi autori di carte celesti, ma fortemente contrastata da altri tra cui il Flamsteed che nell'introduzione del suo Atlas Coelestis del 1729 si vanterà di aver ripristinato la tradizione greca. Lo stesso Keplero, nel De stella nova del 1606, dovendo segnalare la posizione della stella Nova apparsa nel 1604 nella costellazione dell'Ofiuco, utilizzerà  sì i criteri introdotti dall'atlante del Bayer, l'ultima e più aggiornata delle produzioni cartografiche, ma farà disegnare la costellazione capovolgendola nuovamente e ristabilendo il canone tradizionale.  

Tra le tavole vengono intercalate le tabelle quantitative che indicano, oltre alle coordinate, anche il numero progressivo della stella, la sua magnitudo e anche la "natura" astrologica. Curiosa è la tavola di pag. 209, quella dell'Aquila, dove è disegnato anche Antinoo, per le stelle del quale il catalogo ricomincia la numerazione dall'inizio, anticipando così la tradizione, affermatasi successivamente per quasi due secoli, di rappresentare autonomamente questa costellazione.  

 

Gallucci riporta nel suo volume anche gli oggetti che Tolomeo indica nell'Almagesto come nebulose ed altri oggetti non sempre ben identificabili come stelle:

 

29 in Ercole, Z Herculis

 

14 nel Cigno, Omega Cygni

5 in Perseus, NGC869 e NGC884

1 nel Cancro, Ammasso del Presepe

1 Informes circa Scorpium, M7 o NGC 6441

8 nel Sagittario, Nu 1 e Nu 2

 1 in Orione, Lambda, Fi1 e Fi2 Orionis

Nebulosa in Ursa Maior, Chioma di Berenice

 

 

 

 

Tavole

 

Titolo e scala delle magnitudini

Liber Quintus

 

Costellazioni boreali

Ursa minor     Ursa maior     Draco     Cepheus     Bootes sive Arctophilax     Corona   Borea     Engonasus     Lyra     Cygnus     Cassiopaeia     Perseus     Auriga     Ophiucus     Serpens Ophiuchi     Sagitta     Aquila     Delphinus     Equi sive Equiculus     Equus alatus seu Pegasus     Andromeda     Triangulum

 

Costellazioni zodiacali

Aries     Taurus     Gemini     Cancer     Leo     Virgo     Libra     Scorpio     Sagittarius     Capricornus     Aquarius     Pisces

 

Costellazioni australi

Cetus     Orion     Fluvius sive Eridanus     Lepus     Canis maior     Procyon sive Canis minor     Argus sive Navis     Hydra     Crater     Corvus     Centaurus     Bestia Centauri sive Lupis     Thuribulum     Corona austrina     Piscis Austrinus

 

 

Le tavole del Theatrum mundi et temporis appartengono ad una copia di proprietà della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano e vengono pubblicate su concessione del Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali con l'espresso divieto di ogni ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo.

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA