Andrea Cellario |
Atlas coelestis seu harmonia macrocosmica, Amsterdam 1661 |
Andrea Cellario
Atlas coelestis seu harmonia macrocosmica
Per
capire l’opera del Cellario bisogna
tornare al 1627 quando l’astronomo gesuita Julius Schiller pubblica ad
Augusta il suo Coelum Stellatum Christianum.
Quello di Schiller è
un atlante che rappresenta un vero stacco dalla tradizione
precedente perché, al progredire del contenuto scientifico, (le tavole
sono ancora più grandi di quelle del Bayer, 27x33 cm, e la posizione
delle stelle è calcolata sulle
osservazioni di Brahe e di Keplero), associa
una vera rivoluzione per quanto riguarda la denominazione delle
costellazioni. Già il titolo dell'atlante avvisa il lettore
dell'obiettivo che si pone l'autore, cancellare il mondo mitologico greco
dai cieli per sostituirlo con la visione biblica e cristiana. Le
costellazioni zodiacali vengono denominate con i nomi dei dodici apostoli,
quelle boreali e australi con i nomi dei personaggi del Nuovo e Antico
Testamento. Il fiume Eridano diventa il Mar Rosso, la Via Lattea il
Sentiero di S. Giacomo, la Nave degli Argonauti diventa
l'Arca di Noè, l'Orsa Minore è S. Michele.
La rivoluzione non ebbe molti seguaci e si esaurì in un certo senso all'apice del suo successo nel 1660 quando Andrea Cellario propose il suo Atlas Coelestis seu Harmonia Macrocosmica, pubblicato ad Amsterdam. Nel 1661 viene ristampato: Stesse piastre in rame. Lo stesso editore: Johannes Janssonius. Stesso incisore per il frontespizio: Frederik Hendrik Van Den Hove. Dieci tavole incise da Johannes Van Loon.
L'autore, in questa opera, dedica due delle ventinove tavole al
cielo cristiano, una per ogni emisfero, la tavola
24 e le tavole 25 e 26
, e nelle pagine dedicate al commento
di queste si dilunga sul progetto di Schiller, presentando delle tabelle
di riscontro tra vecchie e nuove denominazioni dalle quali risulta come il
gesuita volesse sostituire anche i nomi dei corpi del sistema solare,
Sole-Cristo, Mercurio-Elia, Venere-Giovanni Battista, Marte-Giosuè,
Giove-Mosè, Saturno-Adamo e la Luna-Beata Maria.
La presenza di queste due tavole nel lavoro del Cellario non
implica che questi avesse aderito alla nuova visione di Schiller, ma è soltanto un atto dovuto. Infatti l'Atlas
Coelestis seu Harmonia Macrocosmica si propone come il compendio di
tutti i sistemi proposti, quello tolemaico, quello copernicano e quello di
Tycho Brahe, li descrive, ne presenta i vantaggi ma senza mai affermare la
supremazia di uno sull'altro. Inoltre, a differenza di Schiller, in queste
due tavole Cellario ripesca il nome tradizionale delle costellazioni e lo
affianca a quello cristiano.
Le ventinove tavole dell'atlante, di grande formato 52x42 cm circa in doppia pagina, scandiscono altrettante sezioni della Pars Prior dell'Harmoniae Macrocosmicae, dove l'autore compendia, in latino, ogni aspetto delle teorie proposte fino a tutto il 1661.
Il contenuto di queste sezioni è
molto tecnico ma senz'altro ancora troppo ancorato alle teorie del secolo
precedente: non vi appare un capitolo sui nuovi strumenti di osservazione
e il telescopio viene soltanto nominato.
La fortuna successiva di questo atlante sarà rappresentata dal
forte contenuto estetico di alcune tavole che, sebbene stampate su carta
a un colore, il nero, verranno riprese e colorate a mano da diversi
artisti tanto che le biblioteche europee e americane che possiedono un
Cellario colorato hanno delle vere e
proprie copie uniche.
Consulta le pagine del Cellario a commento delle tavole relative al Cielo Cristiano
|
Le tavole dell' "Atlas coelestis seu harmonia macrocosmica" del Cellario vengono pubblicate con il permesso della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, depositaria della copia originale, e su concessione del Ministero per i Beni Culturali e Ambientali con l'espressa avvertenza del divieto di ulteriore riproduzione o duplicazione con qualsiasi mezzo.
Indice delle tavole
Tav.
3
Nell'originale
depositato presso la Biblioteca Braidense di Milano questa tavola è
mancante.
Tav.
4
Tav.
5
Tav.
6
Tav.
7
Tavola mancante
nell'originale in possesso della Biblioteca Braidense di Milano.
Tav.
8
Tav.
9
Tav.
10
Tav.
11
Tav.
12
Tav.
13
Tav.
14
Nel testo
descrittivo il termine monsrantia
è corretto in monstrantia.
Tav.
15
Tav.
16
Tav.
17
Nel testo etz
è corretto in etc.
Tav.
18
Tav.
19
Tav.
20
Tav.
21
Nel testo os
advari umbrans diventa varios
adumbrans.
Tav
22
Nel testo diventa Theoria
trium superiorum planetarum Saturni, Jovis, et Martis.
Tav
23
Nel testo diventa Theoria
Mercurii et Veneris, cum distantiis, per diametros et semidiametros Terrae.
Tav.
24
Tav.
25
Tav.
26
Tav. 27 Haemisphaerium stellatum boreale antiquum
Tav.
28
Nel testo Hemisphaerii
è corretto in Haemisphaerii.
Tav.
29
Tav. 30 Haemisphaerium stellatum australe antiquum
Tav.
31
Haemisphaerium
scenographicum australe coeli stellati et terrae.
Tav.
32
Esamina
la copia del 1708 del Deutsches
Museum, München Harmonia Macrocosmica Sev Atlas Universalis Et Novus Totius Universi Creati
Cosm[1].pdf con
la quale sono rilegate altre tavole celesti e una edizione di Atlas
Novus Coelestis di Johann
G. Doppelmayr
di FELICE STOPPA
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