John Flamsteed |
Atlas coelestis, Londra Edizione del 1753 |
L'Atlas Coelestis
riproduce in 25 tavole di formato 62x 48 cm
tutto l'emisfero boreale. Le ultime due tavole, la XXVI
e la XXVII, di scala diversa e
disegnate da un'altra mano, sintetizzano la volta boreale e quella
australe rappresentandole fino
all'equatore.
Vide
la luce a Londra nel 1729 ad opera degli esecutori testamentari del
Flamsteed e completa la Historia
Coelestis Britannica edita negli
anni precedenti e che raccoglieva il lavoro svolto dal primo direttore
dell'Osservatorio Reale di Greenwich nei suoi quarantatre anni di
osservazioni.
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b53096741t
Questo
del Flamsteed può essere considerato il primo atlante moderno; riporta
circa 3300 stelle, il doppio di quello dell' Hevelius, e per la prima
volta le stelle vi vengono collocate attraverso le loro coordinate
equatoriali: ascensione retta e declinazione, il cui reticolo viene
sovrapposto nelle tavole a quello polare eclittico. Questa innovazione fu possibile
attraverso l'introduzione nell'osservazione dell'orologio a pendolo, che
permetteva di risalire alla differenza di ascensione retta partendo dalla
differenza fra i tempi del passaggio delle stelle al meridiano.
Un secolo prima il Bayer inseriva nel suo atlante le due Nubi di
Magellano; ora Flamsteed, nella tavola dedicata ad Andromeda, alla destra
di nu Andromedae, disegna una stellina, la galassia M31, il primo oggetto
non stellare ad apparire in una carta celeste di un importante atlante.
La
precisione delle posizioni degli astri è corretta entro il margine di
10" e ciò fu ottenuto dall'autore grazie all'utilizzo di un enorme
cerchio murale, munito di cannocchiale, di due metri di raggio, i cui
gradi riportavano suddivisioni di cinque minuti primi. Agevole
diventa l'uso delle tavole che, riportando delle scale graduate le cui
tacche misurano il quarto di grado, permettono di apprezzare subito ad
occhio la posizione della stella.
L’
atlante è introdotto da una
prefazione a cura di Margaret Flamsteed e di James Hodgson che traccia una
breve storia della cartografia celeste a partire da Ipparco ed Aristarco,
presentando i vantaggi dell'opera di Flamsteed e le sue innovazioni, in
particolare l'uso della tecnica della proiezione sinusoidale messa a punto
soltanto qualche anno prima da Sanson d'Abbeville, geografo di Luigi XIV;
riprende la polemica con Hevelius circa la rappresentazione esterna al
globo delle stelle, soffermandosi non poco a sottolineare come nell'Atlas
Coelestis siano stati
ripristinati dei criteri che diano continuità alla tradizione classica
greca. L'opera ebbe una notevole fortuna e fu ristampata più volte: questa edizione del 1987 è la fedele riproduzione di un originale del 1753, messo a disposizione dal Professor Guido Chincarini dell'Osservatorio di Brera-Merate. La tiratura, inizialmente prevista in sole cinquecento copie numerate, si è fermata all'ottantunesima. E' stato curato in particolare l'aspetto artigianale, a partire dalla stampa eseguita al torchio manuale fino alla rilegatura effettuata a mano con materiali naturali. Alcune delle copie sono state colorate a mano da importanti artisti.
Nel 1820 Richard Brookes utilizzò le piastre originali di Flamsteed per pubblicare nuovamente i due emisferi delle tavole XXVI e XXVII http://www.atlascoelestis.com/Brookes%201820.htm
di FELICE STOPPA
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Tavole
Planisfero settentrionale XXVI
Tavole delle costellazioni Clicca sul numero della mappa per ottenere gli ingrandimenti I ARIES
II TAURUS
III GEMINI
IV CANCER
V LEO
VI VIRGO
VII LIBRA
VIII SAGITTARIUS
IX AQUARIUS
X PISCES
XI CETUS
XII ERIDANUS ORION LEPUS
XIII MONOCEROS CANIS MAJOR ET MINOR NAVIS LEPUS
XIV SINISTRA HYDRA CRATER CORVUS SEXTANS VIRGO XIV DESTRA HYDRA CRATER CORVUS SEXTANS VIRGO
XV CASSIOPEA CEPHEUS URSA MINOR DRACO
XVI ANDROMEDA PERSEUS TRIANGULUM
XVII CAMELOPARDAL ET AURIGA
XVIII LYNX ET LEO MINOR
XIX URSA MAJOR
XX COMAE BERENICES BOOTES CANES VENATICI
XXI HERCULES CORONA ET LYRA
XXII OPHIUCHUS ET SERPENS
XXIII AQUILA SAGITTA VULPECULA ET ANSER DELPHINUS
XXIV LYRA CYGNUS LACERTA VULPEC ET ANSER SAGITTA XXV PEGASUS EQUULEUS
FILMATI
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