Apotélesma |
Così per la lor via vanno le stelle
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Filmato:
Apotélesma 20222 Cellario 1661 filmato.mp4
Filmato di Felice Stoppa
Proiettato a Genova il sabato 8 ottobre 2022
durante il convegno organizzato dall’ Associazione Apotélesma
dal titolo: Così per la lor via vanno le stelle
Andrea Cellario
Gli emisferi celesti
in
Atlas coelestis seu armonia macrocosmica, Amsterdam 1661
Per capire l’opera del Cellario bisogna tornare al 1627 quando l’astronomo gesuita Julius Schiller pubblica ad Augusta il suo Coelum Stellatum Christianum.
Quello di Schiller è un atlante che rappresenta un vero stacco dalla tradizione precedente perché, al progredire del contenuto scientifico (le tavole sono ancora più grandi di quelle del Bayer, 27x33 cm, e la posizione delle stelle è calcolata sulle osservazioni di Brahe e di Keplero), associa una vera rivoluzione per quanto riguarda la denominazione delle costellazioni. Già il titolo dell'atlante avvisa il lettore dell'obiettivo che si pone l'autore, cancellare il mondo mitologico greco dai cieli per sostituirlo con la visione biblica e cristiana. Le costellazioni zodiacali vengono denominate con i nomi dei dodici apostoli, quelle boreali e australi con i nomi dei personaggi del Nuovo e Antico Testamento. Il fiume Eridano diventa il Mar Rosso, la Via Lattea il Sentiero di S. Giacomo, la Nave degli Argonauti diventa l'Arca di Noè, l'Orsa Minore è S. Michele.
La rivoluzione non ebbe molti seguaci e si esaurì in un certo senso all'apice del suo successo nel 1661 quando Andrea Cellario propose il suo Atlas Coelestis seu Harmonia Macrocosmica, pubblicato ad Amsterdam.
L'autore, in questa opera, dedica due delle ventinove tavole al cielo cristiano, una per ogni emisfero, e nelle pagine dedicate al commento di queste si dilunga sul progetto di Schiller, presentando delle tabelle di riscontro tra vecchie e nuove denominazioni dalle quali risulta come il gesuita volesse sostituire anche i nomi dei corpi del sistema solare, Sole-Cristo, Mercurio-Elia, Venere-Giovanni Battista, Marte-Giosuè, Giove-Mosè, Saturno-Adamo e la Luna-Beata Maria.
La presenza di queste due tavole nel lavoro del Cellario non implica che questi avesse aderito alla nuova visione di Schiller, ma è soltanto un atto dovuto. Infatti l'Atlas Coelestis seu Harmonia Macrocosmica si propone come il compendio di tutti i sistemi proposti, quello tolemaico, quello copernicano e quello di Tycho Brahe, li descrive, ne presenta i vantaggi ma senza mai affermare la supremazia di uno sull'altro. Inoltre, a differenza di Schiller, nelle sue due tavole Cellario ripesca il nome tradizionale delle costellazioni e lo affianca a quello cristiano.
Le ventinove tavole dell'atlante, di grande formato 52x42 cm circa in doppia pagina, scandiscono altrettante sezioni della Pars Prior dell'Harmoniae Macrocosmicae, dove l'autore compendia, in latino, ogni aspetto delle teorie proposte fino a tutto il 1661. Il contenuto di queste sezioni è molto tecnico ma senz'altro ancora troppo ancorato alle teorie del secolo precedente: non vi appare un capitolo sui nuovi strumenti di osservazione e il telescopio viene soltanto nominato.
La fortuna successiva di questo atlante sarà rappresentata dal forte contenuto estetico di alcune tavole che, sebbene stampate su carta a un colore, il nero, verranno riprese e colorate a mano da diversi artisti tanto che le biblioteche europee e americane che possiedono un Cellario colorato hanno delle vere e proprie copie uniche.
Delle 29 tavole otto sono dedicate agli emisferi celesti e alle loro costellazioni:
Le prime due presentano il cielo cristiano di Julius Schiller
La terza le costellazioni antiche dell’emisfero boreale
La quarta le costellazioni boreali con lo sfondo del globo terrestre
La quinta sempre quelle boreali il cui disegno è sovrapposto alla carta del globo terrestre
La sesta le costellazioni antiche dell’emisfero australe
La settima e l’ottava gli emisferi australi con lo sfondo e sovrapposte al globo terrestre.
Le altre tavole sono tutte di contenuto cosmogonico.
Il filmato si conclude con la proposta delle tavole delle costellazioni cristiane del gesuita Julius Schiller.
Nota:
Fondo musicale: Alexandre Desplat – Conditions of the Universe, 1-7
Fondi colorati: Acquerelli di Maria Grazia Tonolli
Fotografia di Margherita Hack: Opera inedita di Mario Carbone
Sintesi:
Andrea Cellario
Gli emisferi celesti
in
Atlas coelestis seu armonia macrocosmica, Amsterdam 1661
Le ventinove tavole dell'atlante, di grande formato 52x42 cm circa in doppia pagina, scandiscono altrettante sezioni della Pars Prior dell'Harmoniae Macrocosmicae, dove l'autore compendia, in latino, ogni aspetto di tutte le teorie cosmogoniche antiche e contemporanee proposte fino a tutto il 1661.
Due delle ventinove tavole rappresentano il cielo cristiano, una per ogni emisfero, e nelle pagine dedicate al commento di queste Cellario si dilunga sul progetto di Schiller del 1627, presentando anche tabelle di confronto tra vecchie e nuove denominazioni dalle quali risulta come il gesuita volesse sostituire anche i nomi dei corpi del sistema solare, Sole-Cristo, Mercurio-Elia, Venere-Giovanni Battista, Marte-Giosuè, Giove-Mosè, Saturno-Adamo e la Luna-Beata Maria.
Nel filmato si mettono in evidenza in particolare gli emisferi celesti di Cellario e le costellazioni cristiane di Schiller.
di FELICE STOPPA
OTTOBRE 2022