Simone Assemani

 

 

Giovanni Carattoni

 

Jean Babtiste Louis George Seroux d'Agincourt

 

Globus caelestis Cufico-Arabicus Veliterni Musei Borgiani a Simone Assemano illustratus, praemissa eiusdem De Arabum Astronomia dissertatione et adiectis Duabus epistolis Josephi Toaldi. Datazione del globo 1225, Padova 1790

Globo celeste Cufico-arabo del Museo Borgia a Velletri. XIII secolo, Mantova, Acquaforte del 1841

 

Globe céleste Cufico-Arabe du musée Borgia à Velletri, XIII Siècle, Parigi 1823

 

 

 

 

Simone Assemani

Globus caelestis Cufico-Arabicus Veliterni Musei Borgiani a Simone Assemano illustratus, praemissa eiusdem De Arabum Astronomia dissertatione et adiectis Duabus epistolis Josephi Toaldi. Datazione del globo 1225, Padova 1790

 

 

 

Giovanni Carattoni

Globo celeste Cufico-arabo del Museo Borgia a Velletri. XIII secolo, Mantova, Acquaforte del 1841

 

 

 

 

Le  tavole che presento in questa pagina illustrano il cielo stellato riprodotto su di un globo arabico scritto in caratteri cufici risalente al 1225.

 

Le prime tre tavole corredano il saggio del 1790 dedicato da Simone Assemani allo studio del globo celeste.

In quegli anni il globo faceva parte della collezione Borgia avviata da Clemente Erminio Borgia nel XVII secolo e distribuita in diversi palazzi storici della città di Velletri.

Oggi è esposto in una sala del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

 

 

La quarta è una acquaforte di Giovanni Carattoni di cm 29 per 44,5, pubblicata a Mantova nel 1841 a cura della tipografia dei Fratelli Negretti, dove vengono riprodotti i due emisferi celesti del globo, gli ingrandimenti dell’iscrizione cufica riportata nell’emisfero australe insieme a tre delle costellazioni che  sono rappresentate in quello boreale: Bootes, Cygnus e Ursa Major. La tavola riprende quasi esattamente quella prodotta da Jean Babtiste Louis George Seroux d'Agincourt a Parigi nel 1823: (https://www.swaen.com/item.php?id=34222)

 

  

 

Il volume di Assemani presenta nella sua prima parte una introduzione storica sulle conoscenze arabe dell’astronomia e della matematica, prosegue quindi con una descrizione dello strumento e delle sue origini seguita da una trattazione delle 48 costellazioni tolemaiche suddivise nei due emisferi. Conclude l’opera un catalogo delle stelle e delle costellazioni menzionate sul globo.  

 

   

http://www.e-rara.ch/zut/content/pageview/541423     http://www.e-rara.ch/zut/content/pageview/541622

 

 

  

http://www.e-rara.ch/zut/content/pageview/541616         http://www.e-rara.ch/zut/content/pageview/541617

 

 

http://www.e-rara.ch/zut/content/pageview/541619

 

 

 

 

Le tre tavole annesse al testo riproducono rispettivamente nella Tab. I  i cerchi massimi graduati del Meridianus e dell’Horizon posti sul sostegno del globo  e all’interno dei quali lo stesso può essere collocato per essere utilizzato a latitudini terrestri diverse. Nella Tab. II abbiamo la riproduzione delle costellazioni dell’ Hemisphaerium Boreale e nella Tab. III quelle dell’Hemisphaerium Australe.

 

Il testo può essere consultato nella sua completezza, per cortesia di e-rara  della  ETH-Bibliothek Zürich, alla seguente pagina: 

 

http://www.e-rara.ch/doi/10.3931/e-rara-1381  

 

 

Nell’emisfero boreale, in corrispondenza della costellazione dell’Orsa Maggiore, l’astronomo arabo disegna due asterismi che non hanno corrispondenza con alcuna delle costellazioni classiche di origine tolemaica:

 

 

   

Orsa Maggiore e i due asterismi non tolemaici                      Programma Perseus, stelle fino alla sesta magnitudine

 

Il  primo corrisponde ad una parte della zona occupata attualmente dal Leone Minore e dalla Lince  ed è composto da otto stelle racchiuse entro un recinto ovale. Assemani traduce nel modo seguente l’iscrizione cufica che identifica sette delle otto stelle: "Altziba vauladha, idest Cerva cum natis suis, e commenta così: Septem stellae, quae sub anterioribus Ursae majoris pedibus extra figuram subsunt". L’ottava stella, leggermente separata dalle altre è commentata con queste parole: "Alsciaukat, Spina, aculeus, vel Mabsuthat, h.e. dilatata, espansa. Nomen stellae, quae in illo acumine sita, quaeque est octava informis majoris Ursae".

 

 

Altziba vauladha, Cerva cum natis suis    e

Alsciaukat, Spina, aculeus, vel Mabsuthat, h.e. dilatata, espansa

 

 

Il secondo asterismo è posto sotto la coda dell’orsa Maggiore nella direzione di Bootes, la zona ora occupata dai Cani da Caccia. Il commento e la traduzione dell’iscrizione cufica operata da Assemini è la seguente: "Infra caudam Ursae majoris a figura disjunctum quadratum extat, quod geminas stellas continet magnitudine discrepantes. Ad estima hujus quadrati superficiem haec verba habemus: Karab Alebl, Cameli Sarcina. Geminae illae stellae".

 

Karab Alebl, Cameli Sarcina

 

 

Descrizione dell'Orsa Maggiore e dei due asterismi non tolemaici

 

   

  

 

 

Il Globo Celeste

 

 

Assemani, Tab. I

 

 

 

 

 

Assemani Tab.II

 

 

 

 

 

Assemani Tab. III

 

 

 

 

 

 

 

 

Acquaforte di Carattoni

 

 

 

 

 

La stessa tavola in

Jean Babtiste Louis George Seroux d'Agincourt, Parigi 1823

23 cm per 35

 

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

DICEMBRE 2016