Nuova pagina 1

Luis (Ludovicum) de Avelar

Nox attica. Hoc est. Dialogus de impressione metheorologica, et cometa anni domini 1618. Ex Officina Nicolai Carvalho, Coimbra 1619

Al trattato sotto forma di dialogo tra tre interlocutori di Luis de Avelar vertente sulle apparizioni delle tre (due secondo il testo) comete del 1618 è annessa una tavola celeste firmata “Auster” che rappresenta la zona di cielo in proiezione concava compresa tra Boote-Orsa Maggiore ed il Corvo dove viene disegnata in cinque punti e con la coda orientata la terza e grande cometa del 1618, oggi designata con la sigla C/1618 W1.

Il trattato-dialogo è stato ampiamente commentato in un articolo di Luís Miguel Carolino apparso sulla rivista History of Science, Volume 54 Issue 2, June 2016 : Science, patronage, and academies in early seventeenth-century Portugal: The scientific academy of the nobleman and university professor André de Almada, nel quale l’autore mette in evidenza come in Portogallo nei primi anni del XVII secolo fosse ancora vincente la visione cosmologica aristotelica che considerava il fenomeno delle comete prodotto principalmente dall’atmosfera terrestre:

“per quanto riguarda la questione essenziale sulla natura delle comete, Almada, Luís de Avelar e André de Avelar concordavano sul fatto che le comete erano fenomeni meteorologici. Avevano quindi una concezione aristotelica delle comete, secondo la quale le comete erano costituite da vapori incandescenti comprendenti varie esalazioni che scaturivano dalla superficie terrestre e che si muovevano sui confini della regione terrestre. Il mecenate dell’Accademia, ad esempio, pur evitando apparentemente la discussione sulla natura e l’ubicazione delle comete, riconosceva che “lo scopo con cui la natura crea le comete era quello di consumare le esalazioni velenose e pestifere”

Sulla cometa che riporta la sigla C/1618 W1 leggi la seguente pagina antologica:

Antologia delle osservazioni di C/1618 W1, la terza e Grande Cometa del 1618