Nicolas
Bion
L'Usage
des Globes
Presentiamo la terza delle numerose
edizioni che ebbe il fortunato volume di Bion (1652-1733).
L’opera, sebbene più sintetica, ha la stessa struttura de l’Epitome
Cosmografica,
Colonia 1693 di Coronelli ed è divisa essenzialmente in tre parti.
La prima, dedicata
a
La
Sphere
du Monde, è un breve
trattato che illustra le più importanti concezioni dell’Universo e
delinea gli
elementi di astronomia sferica utili alla comprensione del testo. Descrive
il sistema solare ed il movimento dei suoi corpi. Illustra il sistema
delle stelle fisse elencando
le costellazioni e le stelle
in queste contenute, confrontandone il numero secondo Tolomeo e Keplero.
Un breve capitolo è dedicato alle maree.
La seconda
parte contempla la descrizione del globo terrestre. Presenta un breve
trattato di geografia generale che tratta della
posizione della Terra nel sistema solare
e
dell’inclinazione del suo asse, con quanto ne comporta sulle
stagioni, sui climi e sul movimento dei venti. La sezione si conclude con
la descrizione geografica dettagliata della superficie terrestre, dei suoi
continenti e degli stati in cui sono suddivisi.
L’ultima
parte è dedicata all’esame della costruzione delle carte e dei
globi ed al modo di usarli. L’ultimo capitolo tratta della misura del
tempo e
dei calendari.
Il Planisfero
Celeste è ripreso da un precedente lavoro di Bion del 1708, Description
et usage du Planisphere Celeste Nouvellement costruit, suivant les
dernieres observationes de Messieurs de l’Academie royale des Sciences,
ed è per la prima volta che, ulteriormente aggiornato, appare in una
edizione de l’Usage des Globes.
Si ispira ai lavori di
La Hire
e in proiezione polare concava descrive i due emisferi sino all’equatore
e riporta le stelle suddivise in cinque grandezze. Al reticolo polare, che
apprezza
la A.
R.
al valore di un grado, è sovrapposto quello eclittico con la stessa
definizione. Sono riportati i circoli polari, quelli dei tropici, i
coluri, l’eclittica e l’equatore. Sono riportate le costellazioni
tolemaiche, quelle australi del Bayer, Antinous,
La Chevelure
de Berenice,
La Colombe
,
La Croix
, Robur Carolinum e
La Fleur
de Lis.
Nelle edizioni precedenti, vedi ad
esempio quella di Amsterdam del 1700, della quale riproduciamo
le tavole colorate a
mano, i planisferi stellari utilizzati
sono di autore anonimo (http://www.atlascoelestis.com/Anonimo%20Halma%201720.htm) , più curati stilisticamente ma meno precisi, e si
rifanno alla tradizione della prima metà del seicento che vede come
capostipite quelli di Hondius. La proiezione è polare ma convessa,
pertanto le stelle, non distinte per grandezza, vi appaiono in posizione
simmetrica rispetto alla visione reale. Sono meno numerose le
costellazioni , non c’è quella del Triangolo e, delle non tolemaiche,
vi sono soltanto Antinous, Coma Berenices, Grus, Hydrus, Phoenix e
Pavo.
Vedi:
Bion, Ingénieur du Roi
pour les instruments des mathematique, è anche conosciuto come
costruttore di strumenti matematico-geometrici-astronomici ed è autore di
un volume che li descrive, Traité de la construction et des
principaux usages des instrumens de mathématiques [Paris 1709].
Esamina
Nicolas
Bion
Globe
Celeste dans le quel les Etoilles fixes sont placées comme elles sont
apresent suivant les derniers observations des plus Celebres Astronomes de
ce temps, Paris 1700 circa
http://www.atlascoelestis.com/Bion%20globe%201700.htm
APPROFONDIMENTO
GLOBO
|