Vincenzo Maria Coronelli

Planisfero meridionale, corretto, et accresciuto di molte stelle. Planisfero settentrionale... Venezia 1692

 

 

 

 

Vincenzo Maria Coronelli

 

Planisfero meridionale, corretto, et accresciuto di molte stelle.

Calcolato all’Epoca dell’Anno 1700, Descritto dal P. Coronelli, Cosmografo della Serenissima Republica di Venetia, ad uso dell’Accademia Cosmografica degli Argonauti, Venezia 1692

 

Il Planisfero Meridionale, in coppia con quello Settentrionale, furono realizzati dall’autore per integrare le seguenti sue opere: il Corso Geografico, Venezia 1692 ed il Libro dei Globi, Venezia 1693, Atlante Veneto, Venezia 1691-96 (pagine 14-15, 16-17).

Vi viene rappresentato in un planisfero del diametro di 35,5 cm , inserito in una tavola di 40 x 60 cm di lato, il cielo stellato calcolato per il 1700 in proiezione polare equidistante concava a partire dal polo sud eclittico fino all’Eclittica compresa che è disegnata sul perimetro esterno del globo corredata da una scala graduata con tacche di un grado di longitudine e computate ad intervalli di 5°.

Le stelle sono differenziate in sei diversi gradi  di magnitudine, vengono indicate le nebule principali e comprensive del loro nome, Nuvola e Nuvoletto, sono disegnate le due Nubi di Magellano. Le stelle furono collocate utilizzando i lavori degli astronomi che nel ‘600 pubblicarono i loro cataloghi di aggiornamento, tra i quali quelli di Hevelius, Halley, Anthelme e Bayer. La scala graduata delle magnitudini, l’elenco delle costellazioni con il loro numero dettagliato di stelle, suddivise per magnitudine, sono poste ai lati destro e sinistro del planisfero e ne costituiscono graficamente le colonne di sostegno.

Il reticolo di riferimento prevede l’eclittica, graduata, cerchi di latitudine ogni 10° e linee radiali di longitudine ogni 10°, a questo reticolo ne viene sovrapposto un altro incentrato sul Polo Sud Equatoriale provvisto di cerchi di declinazione e linee radiali di A. R. disegnate ad intervalli di 10°, in quest’ultimo reticolo sono evidenziati da una doppia circonferenza sia il cerchio dell’equatore che quello del tropico del Capricorno.

Le costellazioni non tolemaiche sono rappresentate dalla Columba, La Croce, Licorno, Romboide e le dodici segnalate a fine del ‘500 dai viaggiatori Keyser e Houtman ed inserite da Bayer nella sua Uranometria del 1603.

Sotto il nome della Nave Argo, in onore dell’Accademia veneziana alla quale Coronelli apparteneva, viene riportata la frase Dala quale l’Accademia degli Argonauti dedusse la denominazione e l’Idea dell’Impresa.

 

 

 

 

 

 

 

Esamina l'opera più importante del Coronelli

Epitome Cosmografica

 

L’Epitome Cosmografica del 1693 di Vincenzo Maria Coronelli, cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia, è l’opera che rappresenta la sintesi pratica e teorica del vastissimo lavoro di cartografo che l’autore svolgerà nella sua vita (Ravenna 1650-Venezia 1718).

Coronelli produsse quasi quattrocento carte cosmografiche e geografiche distribuite tra le sue maggiori opere, l’Atlante Veneto del 1690, il Corso Geografico del 1694, l’ Isolario del 1696, l’Arcipelago e la Biblioteca universale sacroprofana, 1701-1709, enciclopedia alfabetica prevista in venti volumi dei quali furono prodotti i primi sette.

Produsse anche decine di globi terrestri e celesti suddivisi per grandezza in cinque categorie, dai due esemplari unici del 1693, completamente manufatti, di quindici piedi di diametro, quasi quattro metri, dedicati a Luigi XIV, ancori esistenti e depositati nei magazzini del Louvre di Parigi in attesa di una non semplice sistemazione, ai più piccoli, dedicati nel 1696 a Guglielmo III d’ Orange, re di Inghilterra, di soli 46 centimetri di diametro.  

I globi con superficie a stampa venivano preceduti dalla realizzazione dei singoli fusi piani che venivano poi incollati su una sfera, generalmente composta di legno ricoperta di strati di gesso trattato. Sono così belli che ancora oggi vengono prodotti con la massima accuratezza.

L’Epitome Cosmografica, dedicata all’ Accademia degli Argonauti, la prima società geografica del mondo, fondata dallo stesso Coronelli, è suddivisa in tre libri, il primo, di 35 capitoli, verte sull’astronomia e sulla cartografia celeste, il secondo, di 17 capitoli, tratta della terra e della geografia, infine il terzo si compone  in 5 capitoli della parte primache contiene la Descrittione de’ vari globi, che sin hora sono stati fabbricati” e negli ultimi 23 capitoli della parte seconda che contiene la pratica” della costruzione dei globi. Ad ogni argomento trattato corrisponde una delle trentotto tavole annesse al volume.

Il primo libro ha la struttura delle classiche De Sphaera, ma risente della predisposizione alla  pratica del Coronelli che lo scrive pertanto con più attenzione ai fenomeni: i venti e i climi, le stelle nove, i pianeti e il loro “discernimento” e “Il modo d’osservare l’ Eclisse del Sole”. Alle comete sono dedicati quattro capitoli dove trovano  posto la loro classificazione, pag 163, e l’elenco con la descrizione “delle comete osservatesi nel Cielo dal Diluvio universale fin’all’anno 1682”.

La parte più vasta del primo libro è dedicata alla descrizione delle 73 costellazioni e delle 1880 stelle, numerate progressivamente in modo continuo e in riferimento al grande globo di quattro metri di diametro dedicato al Re Sole. La posizione è calcolata, per latitudine e longitudine, tenendo conto della precessione degli equinozi per il 1700.

Ogni tabella delle costellazioni, la cui struttura viene descritta dall’autore nelle pagine 43 e 44, è preceduta da una ampia introduzione dedicata ai nomi delle stelle e alla relativa mitologia, importante a tal proposito il raro riferimento sull’origine della Chioma di Berenice che, a pagina 87, l’autore spiega come sia stata inventata da Conone il Matematico. Coronelli opera delle scelte personali confermando alcune nuove costellazioni, come  quelle di Royer del 1679, in particolare lo Scettro Reale e il Giglio  delle quali se ne assume la paternità, conferma l'autonomia di Antinoo, si sofferma sulla descrizione della Nave Argo in onore dell'Accademia degli Argonauti ed aumenta la sua porzione di cielo a discapito del Gallo e della Robur Carolinum che vengono eliminate

Interessanti e curiosi anche i versi poetici del Bartsch riportati a pag 42 e 43 dove, con toni ironici, si elencano le corrispondenze tra i nomi classici delle costellazioni e quelli di ispirazione cristiana che lo Schiller aveva tentato di imporre con il suo Coelum Stellatum Christianum del 1627.

La seconda parte del terzo capitolo è quella che "contiene la pratica"ed il Coronelli, dopo aver trattato questioni teoriche- pratiche in merito al problema di proiettare sul globo figure e punti del piano e viceversa, e dopo aver trattato alcuni casi pratici di astronomia sferica, si sofferma a descrivere con minuzia di particolari il metodo che utilizza per costruire materialmente i globi, parlando di materiali, colle, vernici, tecniche di pittura e di incisione del rame. Un capitolo decisamente interessante per coloro che volessero cimentarsi nella pratica della costruzione di un globo celeste.

Il volume venne stampato a Colonia per conto dell'editore veneziano Andrea Poletti.

 

 

 

 

 

APPROFONDIMENTO

GLOBO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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TAVOLA

 

 

 

ELENCO DELLE COSTELLAZIONI

 

 

TAVOLA DEL PLANISFERO SETTENTRIONALE

 

 

 

I DUE POLI AUSTRALI

 

Consulta la voce

Coronelli

per cortesia di Wikipedia

 

 

 

 

dello stesso autore consulta

Planisferii Celesti, calcolati per l’anno MDCC, Venezia 1689-1700

 

Costellazioni Celesti del Polo Artico, descritte dal P. Coronelli Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia ad uso dell’Accademia degli Argonauti.

Costellazioni Celesti del Polo Antartico, descritte dal P. Coronelli Cosmografo della Serenissima.

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di Felice Stoppa

NOVEMBRE 2013