Charles Le Pois |
Physicum cometae speculum, in quo natura, caussae, species atque formae, varii motis, statio, moles, natale tempus, aetas, occasus viresque seu effectus deteguntur et accurate atque dilucide demonstrantur, Ponte ad Montionem 1619 |
Chemin de la Comete qui a paru aux mois de Nouembre et Dicembre de l’annee 1618
da
Charles Le Pois
(1563-1633)
Physicum cometae speculum, in quo natura, caussae, species atque formae, varii motis, statio, moles, natale tempus, aetas, occasus viresque seu effectus deteguntur et accurate atque dilucide demonstrantur, Ponte ad Montionem, apud Carolum Mercatorem, 1619).
Copia appartenente al Museo Galileo di Firenze (coll. MED 376) e proveniente dal fondo mediceo.
TITOLO
La
tavola allegata al testo di Charles Le Pois tratta di una delle tre comete che
apparvero nel 1618. Sul fenomeno e sulle sue congetture interpretative
Galileo compose il suo Saggiatore in
risposta polemica con le opere del gesuita Orazio Grassi: Disputatio astronomica de tribus cometis anni MDCXVIII e Libra
Astronomica ac Philosofica, quest’ultima scritta con lo pseudonimo di
Lothario Sarsi Sigensano.
L’opera
di Le Pois, medico e professore presso la scuola di medicina dell’Università
di Pont-à-Mousson, è un trattato generale in latino sull’origine e la natura
delle comete, ha una impostazione ancora di tipo aristotelico e non affronta il
tema alla luce degli eventi che stanno accadendo nei cieli d’Europa (le tre
comete), anzi nel testo non vi è cenno di riferimenti ad esempi di fenomeni
specifici e tanto meno ad una eventuale analisi quantitativa del movimento di
comete sul fondo del cielo stellato.
Al contrario la carta contenuta nello stesso testo di Le Pois, copia appartenente al Museo Galileo di Firenze e proveniente dal
fondo mediceo, è in lingua francese, verte sull’apparizione di una cometa
specifica e ne descrive il moto e l’evolversi della lunghezza apparente della
coda sullo scenario ben delimitato di una frazione di cielo le cui stelle e la
relativa posizione sono riconoscibili e determinabili quantitativamente anche
tramite un reticolo di riferimento che incornicia la tavola.
Penso
che questi siano elementi già sufficienti per metter in discussione una affinità
stretta tra la carta e l’opera di Le Pois e di porre il dubbio che i due
documenti facciano parte di un unico progetto omogeneo.
Ho
potuto inoltre esaminare un’altra copia dello stesso testo di Le Pois, quella
appartenente alla BSB, Bayerische Staats Bibliothek, e di verificare che in essa
non vi è traccia della tavola relativa alla cometa del
Ritengo pertanto di poter ipotizzare che la tavola della cometa non faccia parte dell’opera del Le Pois e che sia stata inserita nella copia depositata a Firenze in un secondo momento, magari in occasione di un restauro fatto operare da uno sconosciuto e ora dimenticato proprietario.
Vedi
due esempi analoghi accaduti per le copia dell’Uranometria
del Bayer di proprietà della Biblioteca Nazionale Braidense di Milano (http://www.atlascoelestis.com/baj%2002.htm)
e di quella appartenente all’ ETH- Bibliothek Zürich (http://www.atlascoelestis.com/bayer%20zur%20base.htm).
Sull’Uranometria del Bayer leggi http://www.atlascoelestis.com/4.htm.
Nome dello scultore
La
tavola francese riporta nell’angolo in basso a destra il riferimento Hanzelet fecit , il nome dello scultore che la incise è un indizio preciso ed utile per identificare l’autore della carta che rimane però,
al momento, ancora sconosciuto.
Nota appartenente al seguente testo del 1865:
La carta riporta il Chemin de la
Comete per il periodo tra il novembre ed il dicembre del 1618,
gli estremi del suo tragitto,
tra le code del Draco e della Grande Ourse,
fino ad arrivare alla testa de Le Serpent,
sono delimitati dall’immagine della stessa con la relativa coda, le posizioni
intermedie sono rappresentate da cinque semplici stelline. La tavola è in
proiezione polare equatoriale convessa, il relativo reticolo
di riferimento è rappresentato dal Polo Equatoriale, dalla frazione visibile del
Circolo Artico, del Tropico del Cancro e da quello dell’Equatore sul quale è
disposta una scala graduata che determina l’ascensione retta con tacche di un
grado di ampiezza. Linee di Ascensione Retta partono dal Polo verso l’Equatore
ogni 15 ° di A.R., su quella di destra è posta una
scala graduata con tacche di un grado per la stima della declinazione.
Il
reticolo eclittico è rappresentato soltanto dalla frazione visibile
dell’Eclittica stessa, graduata con tacche di un grado di longitudine.
Le
stelle sono differenziate per magnitudine, Arctur
e Estoille Pollaire sono le uniche a
riportare un nome proprio, tra le costellazioni è disegnata anche quella non
tolemaica della Crinis Berenices. La tavola è orientabile tramite i termini Midy
e Orient, quest’ultimo, disposto sul lato destro della tavola, ne
denuncia la sua proiezione convessa.
Ringrazio il Museo Galileo di Firenze, la Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, la Bayerische Staats Bibliothek e la ETH- Bibliothek Zürich per aver concesso di riprodurre i documenti di loro proprietà presenti in questo articolo.
Una copia della stessa tavola, priva però della firma "Hanzelet fecit", è contenuta nel seguente saggio di (M. Boucher ?): Discours sur la comète apparue sur la ville de Paris, le 29 et 30 novembre et jours suivant 1618, Parigi 1618 - 1619:
http://www.atlascoelestis.com/Boucher%201618.htm
TAVOLA
Antologia delle osservazioni di C/1618 W1, la terza e Grande Cometa del 1618
http://www.atlascoelestis.com/antologia%20com%201618%20base.htm
Di Anonimo, la cometa nei cieli di Augsburg
di FELICE STOPPA
LUGLIO 2013