Wilhelm Schickard |
Astroscopium: pro facillima stellarum cognitione noviter excogitatum à Wilhelmo Schickhardo, ad cuius succintam hanc explicationem, et insertas quaestiones astronomicas respondebit Joh. Casparus Wägelin. Tubingae: Typis Theodorici Werlini, 1623 e Kometen Beschreibun, 1619 Nürtingen
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Wilhelm Schickard
Astroscopium: pro facillima stellarum cognitione noviter excogitatum à Wilhelmo Schickhardo, ad cuius succintam hanc explicationem, et insertas quaestiones astronomicas respondebit Joh. Casparus Wägelin. Tubingae: Typis Theodorici Werlini, 1623
Astroscopium Wilhelmi Schicardi, Tubingae, Sculptum ab ipso Authore, Anno Christi 1623.
Quella del 1623 è la prima di una fortunata serie di edizioni che
videro la pubblicazione anche nel 1646, 1655, 1659,
1665, 1687 e 1698, queste ultime con l’apporto di altri autori e,
l’ultima, curata da Willhelm Schickard Junior: Il padre era prematuramente morto durante la peste del 1635.
Nell’edizione del 1623 sono allegate due incisioni dei planisferi
celesti di 13,
Le due tavole non riportano scale graduate di riferimento ne quella
delle magnitudini, le stelle sono comunque contraddistinte da sei diversi
simboli in funzione della loro luminosità. Nella tavola del cielo meridionale,
l’unica dove appaiano riferimenti ai reticoli utilizzati, un cartiglio informa
che le tavole furono incise dallo stesso autore: Astroscopium
Wilhelmi Schicardi, Tubingae, Sculptum ab ipso Authore,
Anno Christi 1623.
La proiezione ha per riferimento i poli equatoriali, il taglio della proiezione conica è effettuato in corrispondenza della linea del solstizio estivo, nel mese di giugno come si legge nella parte centrale della tavola meridionale che riporta al centro una scala graduata suddivisa per mesi. Nella stessa tavola, sul perimetro del cartiglio, un’altra scala graduata divide il cerchio nelle dodici ore della giornata. Questa tavola, più ampia di quella boreale in quanto arriva fino alla declinazione di + 35°, riporta il circolo dell’equatore, Aequinoctialis, e dell’eclittica, Ecliptica, intorno alla quale una fascia quadrettata di circa 20° di escursione incornicia le costellazioni zodiacali e mette in rilievo la zona percorribile dai pianeti.
Aequinoctialis, Ecliptica
Nell’emisfero boreale che è privo delle costellazioni zodiacali arrivando soltanto alla declinazione di +35°, sono disegnate le costellazioni tolemaiche alle quali sono aggiunte Coma Berenices vel Absalon e Caput Medusae vel Goliath. La costellazione del Cignus ha una doppia iconografia: quella classica del Cigno e quella di ispirazione cristiana che unisce le stelle principali a formare la Crux Christi. Schickard abbina al nome tradizionale delle costellazioni un riferimento biblico anticipando di quattro anni la riforma proposta da Julius Schiller nel suo Coelum Stellatum Christianum. In alcune costellazioni gruppi di stelle sono unite da segmenti che ricostruiscono geometrie molto evidenti nel cielo ad occhio nudo, nell’Ursa Major le sette stelle principali hanno una loro autonomia e compongono un grande carro: Der Gross Wag. Capella e Arcturus sono le uniche stelle citate con il loro nome. L’Orsa Minore è Cynosura. La Galaxias attraversa tutta la tavola.
Coma Berenices vel Absalon e Caput Medusae vel Goliath
Cygnus, Crux Christi
Ursa Major, Der Gross Wag
Nell’emisfero meridionale mancano le costellazioni di Argo, Ara, Centaurus e Lupus, sono invece inserite quelle non tolemaiche di Apis ed Antinous, la Vergine è Virgo Maria, le Pleiadi sono chiamate Die Glukhenn, i Pulcini. L’unica stella con nome proprio è Sirius. Questo planisfero, che comprende anche la fascia zodiacale, è più ricco nei riferimenti reticolari ma mantiene la stessa tipologia iconografica utilizzata per il cielo boreale.
Apis ed Antinous
le Pleiadi: Die Glukhenn, i Pulcini
Riferimenti:
Opera:
Van
Aerschodt, L.: Atlas et cartes céleste,
in Ciel et Terre, Volume 40. Bulletin of
the Société Belge d'Astronomie, Brussels, 1924, p.244
http://articles.adsabs.harvard.edu//full/1924C%26T....40..242V/0000243.000.html
Wilhelm
Schickard - Scientist of the Day
Biografia:
http://de.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Schickard
http://www.deutsche-biographie.de/sfz78261.html
http://www-history.mcs.st-andrews.ac.uk/Biographies/Schickard.html
TITOLO
TAVOLE
CIELO BOREALE
CIELO AUSTRALE
Edizione del 1646
http://www.atlascoelestis.com/Schickard%201646%20base.htm
Edizione del 1659
http://resolver.sub.uni-goettingen.de/purl?PPN595211178
Edizione del 1665
Edizione del 1687
Edizione del 1698
http://reader.digitale-sammlungen.de/de/fs1/object/display/bsb10061123_00001.html
http://www.e-rara.ch/zut/content/thumbview/155783
Dello stesso autore per cortesia di
e di
Leggi il manoscritto ampiamente illustrato vertente sul fenomeno cometario:
Wilhelm Schickard
Kometen Beschreibun, 1619 Nürtingen
in
Raffigurazione della posizione della 2a cometa del 1618 su una porzione di carta celeste
I vapori atmosferici danno origine alla cometa
Posizione della cometa il 10 ottobre 1618
Metodo della misura delle distanze tramite la triangolazione
Nova del 1572 scoperta da Tycho Brahe in Cassiopea
Alcune altre tavole
di FELICE STOPPA
GIUGNO 2014
GENNAIO 2024