Stephan Spleiss |
Bejläufftiger Bericht Von dem jezigen Cometsternen/ Wie solcher Jn diesem zu end lauffenden 1664. Jahr/ bej anfang deß Christmonats/ in Schaffhausen und benachbarten Orten beobachtet worden : und bej klarem Himmel noch kan gesehen werden / Zum Vortrab einer vollkommenern beschreibung/ auf vilfaltiges begehren wolmeinend mitgetailet von Stephano Spleissio, Gymn. ibid. Rectore, Astronomiae Cultore, Schaffhausen? 1665
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Stephan Spleiss
Bejläufftiger Bericht Von dem jezigen Cometsternen/ Wie solcher Jn diesem zu end lauffenden 1664. Jahr/ bej anfang deß Christmonats/ in Schaffhausen und benachbarten Orten beobachtet worden : und bej klarem Himmel noch kan gesehen werden / Zum Vortrab einer vollkommenern beschreibung/ auf vilfaltiges begehren wolmeinend mitgetailet von Stephano Spleissio, Gymn. ibid. Rectore, Astronomiae Cultore, Schaffhausen? 1665
L’astro
chiomato al quale Stephan Spleiss dedica il suo breve ma intenso saggio è oggi
classificato con la sigla C/ 1664 W1.
Venne scoperto in Spagna il 17 novembre 1664 (Calendario gregoriano) e
rimase visibile fino all’ultima decade del febbraio 1665. Fu
oggetto di decine di importanti studi da parte di osservatori, astronomi, poeti e
curiosi di tutta Europa e di buona parte del mondo.
Diede
lo spunto a Stanislaus Lubienietski per comporre il suo Theatrum
Cometicum, forse il libro più bello mai scritto sul fenomeno delle comete,
illustrato con decine di splendide incisioni realizzate da diversi artisti
europei. Lo stesso Johannes Hevelius lo immortalò nel suo Prodromus
Cometicus disegnando ed incidendo personalmente le tavole che lo
corredano.
Fu
osservato anche dal giovane Newton del quale ci rimangono degli appunti
autografi che ne attestano le osservazioni.
Questi e altri lavori degli astronomi dell’epoca possono essere consultati nella seguente pagina, antologia dedicata alla cometa:
http://www.atlascoelestis.com/Cometa%201664%20antologia%20base.htm
Stephan Spleiss, docente di matematica, logica,
cultore di astronomia e Rektor der Schaffhauser Lateinschule, vedi la sua biografia alla
seguente pagina curata dall’
Institut Deutsche Professorschung DFG : http://www.presseforschung.uni-bremen.de/dokuwiki/doku.php?id=spleiss_stephan,
analizza con il suo saggio il fenomeno cometario nel suo complesso.
Dopo gli inevitabili riferimenti biblici, in questo caso a passi di Geremia e dei Salmi che rappresentano il cielo stellato come luogo dove Dio parla agli uomini rivelandosi, l’autore si sofferma per i giorni 7/17, 8/18, 9/19 , 10/20 dicembre 1664 ( Calendario Giuliano/Calendario Gregoriano) ad esaminare la posizione dell’astro caudato rispetto al fondo cielo stellato. In questo caso il catalogo stellare a cui fa riferimento è rappresentato dall’Uranometria del Bayer del 1603. Atlante unico per bellezza, inciso da Alexander Mair, alle cui immagini delle costellazioni aspirano quelle riportate nella tavola annessa al saggio del nostro.
Uranometria del Bayer del 1603, Corvus
http://www.atlascoelestis.com/4.htm
Viene
inoltre esaminato il tragitto della cometa e le sue dimensioni con
l’intenzione di passare da una Magnitudo
visa ad una Magnitudo vera e di
definirne l’orbita reale intorno al Sole rispetto a quella dei pianeti.
Il saggio è corredato da una incisione che presenta il teatro celeste della manifestazione della cometa per i giorni 7, 8, 9, 10 dicembre (calendario Giuliano), questa vi è disegnata con la sua coda orientata soltanto per il giorno 10, per gli altri giorni è distinta dalla sola testa.
La cometa per i giorni 7, 8, 9, 10 dicembre (calendario Giuliano)
La
tavola è costruita in visione concava ed in proiezione polare eclittica. Del
reticolo eclittico è messa in evidenza l’Ecliptica
che è sovrastata da una scala graduata al passo di un grado di longitudine,
numerati periodicamente ogni 5° da 0° a 30°. Perpendicolarmente
all’eclittica, ogni 30° di longitudine è tracciato un raggio di latitudine.
Il reticolo equatoriale è rappresentato dall’ Aequator, dal Tropicus Capricorni e dal Colurus Aequinoctiorum che interseca l’eclittica e l’equatore nel punto omega dell’equinozio autunnale.
Punto omega dell’equinozio autunnale
Le stelle vi sono posizionate con precisione ed in rispetto della loro magnitudine pur non essendo presente una scala di riferimento. L’unico astro riportante il suo nome è Spica Virginis. I personaggi mitologici delle tre costellazioni di Corvus, Hydra e Crater sono disegnati con lo stile di Mair.
Spica Virginis e il Corvus
L’autore aiuta il lettore ad orientare la carta rispetto al cielo riportando sui lati della stessa i nomi dei quattro punti cardinali: Oriens, Septemtrio, Occidens e Meridies.
TAVOLA
TESTO
La
pagina di e-rara dove è possibile consultare l’intero saggio, http://www.e-rara.ch/zuz/content/titleinfo/14438223
ci presenta una seconda incisione che però non è relativa al testo di
Stephan Spleiss perché rappresenta una
ampia veduta della città di Norimberga il cui cielo stellato post-vespertino
del 16/26 dicembre è completamente sovrastato da un altro astro caudato che
attraversò i cieli europei e del mondo nell’inverno del 1680/1681.
La cometa del 1680/1681
http://www.atlascoelestis.com/Cometa%201680%20base.htm
Il cielo di Norimberga il 26 dicembre 1664 con il crescente lunare. Per cortesia del Programma Perseus
di FELICE STOPPA
AGOSTO 2017