Johannes Kepler

De stella nova in pede serpentarii, et qui sub ejus exortum de novo iniit, Trigono Igneo. Pragae 1606

 

 

Johannes Kepler (1571-1630)

 

De stella nova in pede serpentarii, et qui sub ejus exortum de novo iniit, Trigono Igneo. Pragae 1606

 

 

segue dalla pagina principale

 

Il De stella nova di Keplero è una opera ampia suddivisa in quattro parti nella quale l’autore tratta della Nova apparsa intorno al 11 di settembre del 1604 nella zona di cielo occupata dal piede destro di Ofiuco: questa apparizione aveva già impegnato l’autore in una breve comunicazione del 1604 dove interpretava la natura di questo fenomeno come identica a quello osservato da Tycho Brahe nel 1572 nella costellazione di Cassiopea. Non essendo evidenti spostamenti in parallasse della nova il fenomeno era da intendersi avvenuto alla distanza delle stelle fisse con tutto quanto comportava nella concezione aristotelica del mondo.  

 

 

La Nova del 1572 in Cassiopea di Ticho Brahe in una stampa inglese del 1632

 

 

Nella carta sono posizionate le stelle, divise in sei magnitudini, appartenenti alle costellazioni intorno al Serpentarius delle quali 47, catalogate a pag 75-76 del testo, tratte dal catalogo di Tycho Brahe, appartengono alle costellazioni del Serpens, Serpentarius, Scorpio e incorniciano il fenomeno.  

 

 

Le pagine 75 e 76 del testo dove sono catalogate 47 stelle di riferimento

 

 La nova è segnalata con la lettera N nel piede destro della costellazione intorno al quale sono segnalate le posizioni dei pianeti Giove, Saturno e Marte (Trigono Igneo) per due periodi distinti: la prima decade del dicembre 1603 e la prima decade dell’ottobre 1604. Saturno appare agli estremi dei due periodi segnalato con le lettere greche alfa e epsilon, il percorso del pianeta è identificato da un segmento che unisce i due estremi. La stessa cosa per Giove segnalato però dalle lettere eta e iota. Marte è indicato dalla lettera upsilon. Alfa e eta corrispondono alla posizione dei pianeti Saturno e Giove intorno al 7-8 dicembre 1603, epsilon, iota e upsilon a quella di Saturno, Giove e Marte per il 30 settembre 1604. 

 

Particolare della pagina 46

 

Queste rare configurazioni tra pianeti esterni e l’apparizione della Stella Nova portano Keplero a compilare la quarta parte del libro dove configura l’ipotesi che un' analoga situazione abbia ispirato la vicenda dei Re Magi e per la data di nascita di Cristo ipotizza l’anno 5 B.C.. 

 

Il rarissimo Trigono Igneo di Saturno, Giove e Marte, accompagnato dalla Luna crescente il 7 aprile 2000 sopra la cupola della Basilica di San Vittore al Corpo (IVsec.-XVIsec.) a Milano 

 

Un'altra immagine del 5 Aprile 2000

 

La tavola di 17 per 23,5 centimetri , costruita per l’anno 1604, è in proiezione concava centrata sul polo eclittico, il reticolo di riferimento presenta maglie che vanno di cinque in cinque gradi sia per la latitudine che per la longitudine, oltre all'eclittica è disegnata parte della linea dell'equatore.  Portata dall’Aquila appare anche la costellazione non tolemaica di Antinoo.

La tavola è ispirata nello stile al più importante atlante del periodo, l’Uranometria del 1603 del Bayer, rispetto al quale però le immagini sono ribaltate di modo che si vedano dal davanti e non di spalle. In questo modo le posizioni anatomiche delle stelle possono essere lette come le aveva originalmente descritte Tolomeo nel suo Almagesto e la nova può essere descritta come apparsa nel piede destro del Serpentario. 

 

La tavola del Serpentarius nell'Uranometria del Bayer, 1603

 

 

Stella Incognita nel Cigno

 

Keplero, dalla pagina 148 alla pagina 168 dell’opera, dedica una sezione alla trattazione della Stella Incognita apparsa nel 1600 nella costellazione del Cigno. 

 

Il titolo

 

La tavola con la posizione  della Stella Incognita indicata dalla lettera N

 

La Stella Incognita è indicata nell'Uranographia del Bayer con la lettera P

 

 

Particolare della stessa tavola

 

La Stella Incognita di Keplero è la stella P Cygni della tavola del Bayer

In tutti i casi di oggetti non stellari indicati dal catalogo di Tolomeo (Nebulose) o dagli studi prodotti  da altri astronomi, in particolare le nove o le stelle variabili, Bayer sospende il giudizio disegnando l'oggetto per poi cancellarlo parzialmente o quasi totalmente. E' il caso della stella P, disegnata da Bayer più luminosa della vicina Gamma e soltanto poco meno luminosa di Deneb. Si tratta di una variabile passata alla storia per aver avuto nel 1600 un aumento repentino di luminosità tale da essere ricordata come la nova del Cigno del 1600.

Seguono alcune informazioni tratte dall'enciclopedia in linea Imago Mundi:

P Cygni est une variable éloignée de 5000 années-lumière, qui expulse à chacune des ces crises d'importantes quantités de matière (l'enveloppe ainsi éjectée présente un spectre caractéristique dû à son expansion). La magnitude évolue ordinairement entre 3,50 et 6. Mais l'astre a connu une grande éruption au début du XVIIesiècle, avant de se stabiliser ver 1680. 

Étoile nouvelle de Janson (3 gr. à 5 gr.). En l'an 1600, on a à signaler un phénomène analogue [à celui de l'étoile nouvelle de Kepler dans Ophiuchus], mais cependant d'allure finale différente: le géographe Wilhelm Janson constate alors dans le Cygne l'apparition d'une étoile nouvelle, dont il n'indique pas la grandeur; deux ans plus tard, Képler la vit pour la première fois et l'estime de 3° grandeur.

En 1621, elle était invisible à l'oeil nu, et, en 1655, Cassini la retrouve de 3e grandeur; après quoi elle disparaît de nouveau, jusqu'à ce que, en novembre 1665, Hévélius  constate sa réapparition comme étoile de grandeur 3,4 et que, dans le courant de l'année 1667, il l'ait retrouvée de 5e grandeur, éclat qu'elle a conservé depuis d'une façon constante (Ch. André, 1899).

 

 

 

 Sulla vita e le opere di Keplero consulta la voce di

 

 

 

 

 

Per cortesia di 

Astronomy Library of the Vienna University

 

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De stella nova in pede serpentarii, et qu sub ejus exortum de novo iniit, Trigono Igneo.

 

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FELICE STOPPA