Guillaume Bigourdan |
Petit Atlas Céleste. Introduction sur les constellations, sur les moyens de les reconnaitre. Paris 1919-1920
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Guillaume Bigourdan
Petit Atlas Céleste. Introduction sur les constellations, sur les moyens de les reconnaitre. Paris 1919-1920
L’agile
volume di Bigourdan si rivolge ad un pubblico che si avvicina per la prima volta
alla pratica della geografia del cielo e lo fa fornendo loro una sintetica ma
solida base tecnica.
Le
cinque tavole celesti sono precedute da un breve saggio concernente la Connaissance
des costellations par alignements e sull’Usage
des cartes pour la connaissance des costellations: il saggio comprende
anche, costellazione per costellazione, un preciso catalogo celeste che declina
la posizione degli astri calcolata per il 1915 ed elenca gli oggetti più
considerevoli.
Il testo inizia con un approfondimento storico dove viene presentata l’evoluzione, dalle origini, dei nomi delle costellazioni e la loro classificazione: due elenchi presentano rispettivamente quelle cadute in disuso e quelle ancora utilizzate. Il saggio di Bigourdan sente già infatti l’influsso delle conclusioni della riforma alle quali arriverà pochi anni dopo l’associazione internazionale degli astronomi nel definire i nomi ed i confini delle 88 costellazioni che ancora adesso vengono utilizzate.
L’atlante
celeste
consiste in cinque
tavole,
La
prima e la quinta
sono dedicate ai due planisferi polari, boreale ed australe, che descrivono
stelle e costellazioni per un escursione in declinazione di 60°. Le altre tre
tavole, in proiezione cilindrica, riproducono ognuna una fascia centrale intorno
all’equatore per una escursione in declinazione da + 47° a -47°,
ognuna in successione per
8 ore di A. R.
completando così l'intera fascia equatoriale.
Sono a due colori: in rosso il tratteggio che unendo le stelle principali forma le costellazioni ( tratteggio non sempre presente), ancora in rosso la loro denominazione, in lingua francese, e quella delle stelle, queste ultime identificate da lettere greche secondo il metodo di Bayer.
In
nero troviamo le stelle, il disegno del personaggio mitologico che identifica le
costellazioni ed il reticolo di riferimento, quello equatoriale, composto da
linee di declinazione e di ascensione retta disposte rispettivamente ogni 15°
in Dec. e ogni ora in A. R.
Il
reticolo eclittico è rappresentato dalla sola curva sinuosa dell’eclittica.
Ogni tavola è provvista di una tabella delle magnitudini stellari che divide gli astri in intervalli di 0,5 magnitudini dalla 0 alla 5,5.
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Table des matières
Atlas Céleste
Planche V
di FELICE STOPPA
GENNAIO 2017