Muhammed Bin Muwajid Elardhi
in Adolph Drechsler
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Globo celeste, Maragha 1279
Der Arabische Himmels-Globus angefertigt 1279 zu Maragha von Muhammed bin Muwajid Elardhi, zugehörig dem Königlichen MathematischPhysikalischen Salon zu Dresden, Dresda 1873 |
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Muhammed Bin Muwajid Elardhi
Globo celeste, Maragha 1279
in
Adolph Drechsler
Der Arabische Himmels-Globus angefertigt 1279 zu Maragha von Muhammed bin Muwajid Elardhi, zugehörig dem Königlichen MathematischPhysikalischen Salon zu Dresden, Dresda 1873
In questa pagina esaminiamo le tavole che Adolph Drechsler annette al suo studio del 1873 avente come oggetto il globo celeste, diametro 144 mm, in caratteri cufici, appartenente alla raccolta del Mathematisch-Physikalischer Salon di Dresda del quale l’autore fu direttore dal 1869 al 1888 e per il quale, nel 1871, redasse il catalogo degli strumenti scientifici ivi depositati:
Il globo, che venne acquisito dal museo tedesco nel 1562, è costituito da due emisferi in lega di bronzo saldati insieme in corrispondenza della proiezione dell’eclittica: riporta le 48 costellazioni di origine tolemaica complete di 997 stelle, intarsiate in argento e oro. Queste sono posizionate sulla superficie aggiornando i dati del catalogo di Tolomeo per una epoca che daterebbe il manufatto per gli ultimi venti anni del tredicesimo secolo.
Nel documento che indico di seguito,
Günther Oestmann
MEASURING AND DATING THE ARABIC CELESTIAL GLOBE AT DRESDEN, Liegi 1997
l’autore esamina lo strumento e lo descrive aggiornando le informazioni sulla sua datazione data dagli ultimi riscontri effettuati sulla relativa posizione delle stelle che vi sono riportate e che confermano la data del 1279.
Nei fusi N° 4 e N°3 , tra la testa dell’Orsa Maggiore e l’Auriga è incisa in caratteri arabo-cufici la firma dell’autore dello strumento, Muhammed Bin Muwajid Elardhi, figlio di Muwayyad-al-Din al-Urdi al-Dimishqi, uno degli astronomi operanti nell’osservatorio di Maragha, situato nell’ Azarbaijan orientale iraniano, e fondato da Nasir al-Din al-Tusi nel 1259 ben 169 anni prima dell’osservatorio di Uluğ Bek a Samarcanda: (http://islamsci.mcgill.ca/RASI/BEA/Urdi_BEA.htm )
La firma dell’autore
L' osservatorio di Maragha è situato nell’ Azarbaijan orientale iraniano
Der Arabische Himmels-Globus angefertigt 1279… di Adolph Drechsler è suddiviso in tre parti: la prima è una introduzione storica e di analisi tecnica del manufatto dove si attualizza l’importanza del centro astronomico nel quale operarono gli astronomi e lo stesso autore dello strumento. Dove viene sottolineato e dimostrata la ripresa della pratica osservativa del cielo stellato e l’incremento teorico apportato sia alle osservazioni che alle teorie tolemaiche. Dove viene analizzato lo strumento, ricco di ben 997 stelle posizionate ex novo attraverso il risultato di osservazioni o di calcoli sulla precessione degli equinozi.
Prima pagina del saggio introduttivo
La seconda parte,
Erläuterungen zu der Kufischen Schrift.., è un elenco commentato con traduzione delle 130 iscrizioni cufiche riportate sul globo: Le prime 122 relative ai nomi delle stelle e delle quarantotto costellazioni tolemaiche, le ultime otto, da 123 a 130, relative a definizioni dei particolari del reticolo. L’iscrizione 130 è quella che ci svela il nome dell’autore dello strumento celeste.
Prima pagina di Erläuterungen zu der Kufischen Schrift..
L’ultima parte del saggio consiste in otto tavole litografiche delle quali le prime quattro presentano i dodici fusi celesti, la quinta e la sesta il grafico del cerchio dell’orizzonte, del semicerchio e del quadrante del meridiano che dovevano essere applicati tangentalmente al globo. La settima elenca e riproduce le 130 iscrizioni cufiche del cui alfabeto la tavola ottava ci propone un commento.
I dodici fusi tangenti lungo la proiezione dell’eclittica
I dodici fusi, ampi 30° in longitudine e tangenti lungo la proiezione dell’eclittica, sono costruiti in proiezione polare eclittica ed in visione convessa. Sia l’eclittica che l’equatore celeste sono provvisti di scale graduate. Quella dell’eclittica al passo di un grado di longitudine, numerati di cinque in cinque ripartendo da zero ad ogni nuovo fuso. Quella dell’equatore al passo di un grado di ascensione retta e raccolti di cinque in cinque con una progressione da cinque a 360. Le due numerazioni sono espresse in caratteri cufici scritti parallelamente alle due scale. I bordi dei fusi, una volta applicati questi sopra il globo, vi rappresentano i dodici cerchi di latitudine, privi però di scale graduate.
Erläuterungen zu der Kufischen Schrift
auf dem Dresdener Arabischen Globus
di FELICE STOPPA
GIUGNO 2018