Christiaan
Huygens |
Systema Saturnium..., Hagae MDCLIX |
Christiaan
Huygens
Systema
Saturnium, Sive De causis mirandorum Saturni Phaenomenon, Et Comite ejus Planeta
Novo, Hagae MDCLIX
Phaenomenon
in Orione novum
La
carta che presento è inserita alla pagina otto del libro con il quale
l’astronomo olandese tratta delle tre più importanti scoperte astronomiche
della sua carriera di osservatore: La scoperta di Titano, il satellite maggiore
di Saturno. Il riconoscimento che ciò che giace intorno al pianeta è un anello
sottile e piatto, non collegato a Saturno, e inclinato rispetto all’Eclittica
ed infine la Nebulosa, l’attuale M42, nella cintura di Orione, all’interno
della quale riconosce, con l’ausilio del telescopio, sette distinte stelle,
altre cinque, come risulta dall’esame della carta, sono poste all’esterno
della massa gassosa. La carta, un quadrato di
10’
di arco di lato, è disegnata in proiezione concava.
Titolo
Tavola
della Nebulosa di Orione
Tavole
relative all'Anello di Saturno
Foto
di Mauro Zorzenon
Tavola
con le osservazioni storiche di Saturno prima della scoperta dell'anello
Alcune
osservazioni di Titano
Le
bande in Giove
La
Grande Nebulosa di Orione
di
Mauro
Zorzenon
La
voce Huygens dall’
Enciclopedia
Treccani
Huygens
〈hö´igℎens〉
(o Huyghens; orig. Hugens; latinizz. Hugenius), Christiaan. - Fisico, astronomo
e matematico olandese (L'Aia 1629 - ivi 1695). Membro della Royal
Society di Londra
(1663) e dell'Académie des sciences di Parigi
(1666), è tra i fondatori della meccanica e dell'ottica fisica. Suo padre
Constantijn, diplomatico e segretario del principe d'Orange, era interessato
alle scienze e alle arti, conosceva Descartes ed era in corrispondenza con
Mersenne. Christiaan impressionò presto per i suoi progressi negli studî; a
nove anni, già introdotto alla musica e alla matematica, parlava il latino e
apprendeva altre lingue. Dal 1645 al 1647 studiò all'università di Leida dove
ebbe come maestro Frans van Schooten, il primo commentatore della Géométrie di
Descartes. Dal 1647 al 1649 passò a studiare retorica e diritto a Breda, al
Collegio d'Orange. Rifiutandosi di seguire il padre nella carriera di
funzionario, si applicò allo studio delle matematiche. I suoi primi interessi
furono rivolti ai problemi sulla quadratura delle sezioni coniche a cui dedicò
i Theoremata de quadratura hiperboles, ellipsis et circuli (1651) che contengono
una confutazione della quadratura del cerchio di Grégoire de Saint-Vincent. Nel
1654 elaborò la teoria delle evolute ed evolventi delle curve, pubblicando il
trattato De circuli magnitudine inventa. Nello stesso tempo attendeva alle
osservazioni astronomiche con strumenti che egli stesso costruiva. Scoprì un
satellite di Saturno (Titano, 1655-56) e ne individuò l'anello (1659).
Riconobbe inoltre che la Luna è priva di atmosfera e che i suoi
"mari" devono essere privi d'acqua. Intanto nel
1657, in
appendice alle Exercitationum mathematicarum libri quinque di Schooten, H.
pubblicava il suo Tractatus de ratiociniis in ludo aleae, opera di fondamentale
importanza per il calcolo delle probabilità. L'anno successivo descrisse la sua
invenzione dell'orologio a pendolo. Questo periodo fecondo di risultati
comprende anche la scoperta del tautocronismo della cicloide (1659) e le
ricerche sulla forza centrifuga. L'invenzione dell'orologio a pendolo e la
scoperta dell'anello di Saturno gli assicurarono una celebrità europea. Nel
1660-61 e nel 1663-64 compì due viaggi a Parigi dove poi, su invito di J.-B.
Colbert, si stabilì dal 1665 fino al
1681, a
parte due soggiorni in Olanda per motivi di salute. Il suo soggiorno parigino
non si interruppe nemmeno quando nel 1672 Luigi XIV dichiarò guerra all'Olanda
nonostante i legami degli H. con il governo olandese. Nel 1673 H. dedicò a
Luigi XIV la sua grande opera sull'orologio a pendolo, Horologium oscillatorium,
sive de motu pendolorum
ad horologia aptato demonstrationes geometricae, dove stabilisce la nozione di
momento d'inerzia, i primi teoremi sulla meccanica dei sistemi rigidi e la
teoria del pendolo composto. Attraverso queste ricerche e altre precedenti
sull'urto fu condotto a enunciare, se pure per un caso particolare, il teorema
delle forze vive, ad approfondire lo studio del moto circolare, a dare i teoremi
fondamentali sulla forza centrifuga, infine a verificare le variazioni di gravità
con la latitudine, proseguendo così le ricerche di G.
Borelli e preparando la via a quelle di I.
Newton. H. lasciò Parigi per L'Aia nel 1681 per motivi di salute senza
farvi più ritorno. La morte di Colbert, protettore dell'Académie des sciences,
e la revoca dell'editto di Nantes
che assicurava ai protestanti francesi alcune libertà, non consentirono il suo
ritorno a Parigi. Nel 1689 H. visitò Londra dove incontrò Newton. I Principia
mathematica suscitarono in lui ammirazione, ma anche molte riserve che lo
portarono a pubblicare, come supplemento al suo Traité de la lumière (1691),
un Discours de la cause de la pesanteur. La preoccupazione teorica di H. nei
riguardi dei Principia (condivisa allora da Leibniz e dai cartesiani) era che le
ipotesi della gravità e dell'azione a distanza reintroducessero nella fisica le
qualità latenti degli scolastici che il meccanicismo cartesiano sembrava aver
espulso vittoriosamente dallo studio della natura. Gli ultimi anni della vita di
H., tormentati da cattive condizioni di salute, furono caratterizzati dal suo
interesse per i risultati del calcolo differenziale, le cui regole erano state
pubblicate da Leibniz nel 1684 (buona parte dell'epistolario H.- Leibniz è
successiva al gennaio 1688). H. fu stimatissimo dai suoi contemporanei e dagli
scienziati della generazione successiva. Newton lo chiamava "Summus
Hugenius", Leibniz lo metteva a fianco di Archimede, Keplero e Galileo,
Descartes e Newton tra i massimi scienziati di tutti i tempi. Jacob Bernoulli
dedicò la prima parte della sua Ars conjectandi (1713) alla trascrizione e al
commento del De ratiocinis di Huygens. Anche in Italia
la sua fama nello scorcio del Seicento fu superiore a quella di Newton e di
Leibniz. H. fu anche un grande inventore che contribuiva personalmente a
progettare e a perfezionare i suoi strumenti. Il suo metodo della scoperta si
ispirava ai metodi archimedei e della Géométrie di Descartes. Una delle sue
scoperte più famose, la determinazione dell'anello di Saturno, fu innanzitutto
guidata dal suo tentativo di applicare la teoria cartesiana dei vortici al moto
del satellite di Saturno, Titano. Proprio in confronto con Galileo e Descartes e
Newton, tuttavia, l'opera scientifica di H. risultò sottovalutata non avendo
dei primi il carattere innovativo, dell'altro la mirabile sistematicità. La
sola nuova teoria generale che H. formulò fu la teoria ondulatoria della luce,
che fu però messa in ombra per tutto il Settecento dall'ottica corpuscolare di
Newton. Solo agli inizî del sec. 19º fu universalmente accettata perché
consentì la spiegazione della diffrazione della luce e A.-J. Fresnel, nella sua
Note sur la théorie de la diffraction (1818), poneva il principio di Huygens
alla base della spiegazione dei fenomeni ottici. H. morì all'Aia l'8 luglio
1695. Postumi apparvero il trattato di cosmogonia Cosmotheoros, in cui H. si
riallaccia alla teoria cartesiana dei vortici cosmici, e un trattato di ottica,
Diottrica, in cui sono stabiliti, sulla base della teoria ondulatoria della
luce, i principî della propagazione, riflessione e rifrazione di essa. Le opere
di H. furono raccolte in una magistrale edizione critica, le Oeuvres complètes
de Christiaan Huygens, publiées par la Société hollandaise des sciences (22
voll., 1888-1950).
Luigi Pepe
www.atlascoelestis.com
di FELICE
STOPPA
OTTOBRE 2013