F. Marks, Eduard Gustavovich Bakgof, Eduard Iulevic Petri |
Nebesnyia iavleniya in Bolshoi vsemirnyi nastolny atlas Marksa, San Pietroburgo 1909-1916
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A. F. Marks, Eduard Gustavovich Bakgof, Eduard Iulevic Petri
Nebesnyia iavleniya
in
Bolshoi vsemirnyi nastolny atlas Marksa, San Pietroburgo 1909-1916
La grande mappa, cm 45 per 59, dedicata all’astronomia, che presento in questa pagina, è la litografia di apertura delle 62 che compongono l’atlante mondiale in lingua russa pubblicato a San Pietroburgo dall’editore A. F. Marks. La prima edizione dell’atlante venne edita nel 1903, la seconda nel 1909 e poi ristampata nel 1916. Eduard Gustavovich Bakgof ne fu l’incisore.
Nebesnyia iavleniya è suddivisa in 19 parti numerate: Centrali i planisferi celesti che portano il numero 8 e 9, con gli altri 17 schemi cosmogonici che fanno da contorno.
Schema N° 6, Pianeti a confronto
Schema N° 15 Le stagioni
Esaminando la posizione delle stelle nei planisferi, compatibile per il fenomeno della precessione degli equinozi con quella occupata dagli astri nel decennio 1870-80, e le caratteristiche peculiari degli altri 17 schemi cosmogonici sono portato a pensare che l’autore abbia avuto come modelli due opere di Camille Flammarion:
L’Atlas Céleste del 1866, compilato a due mani con C. Dien, i planisferi celesti del quale influenzano quelli russi per il posizionamento delle stelle,
http://www.atlascoelestis.com/20.htm,
e L’Atlas Astronomique de poche, 1887-1897, scritto con Hippolyte Barnout, che ricorda la precisione ed il tipo di approfondimento tecnico contenuto nei 17 schemi cosmogonici,
http://www.atlascoelestis.com/Flammarion%20poche.htm.
Per cortesia di David Rumsey Map Collection l’intero atlante è consultabile alla seguente pagina:
Bolshoi vsemirnyi nastolny atlas Marksa, San Pietroburgo 1909-1916
Copertina
Titolo
L'Italia
Nebesnyia iavleniya
I planisferi celesti boreale ed australe sono costruiti in proiezione polare equatoriale ed in visione concava. Quello boreale ha per centro la proiezione del polo equatoriale e per circonferenza la proiezione dell’equatore terrestre sul quale è tracciata la scala dell’Ascensione retta delle stelle, leggibile al passo di un grado. La declinazione stellare è stimabile sull’asse dei coluri solstiziali utilizzando i cerchi di declinazione tracciati ogni 10 gradi.
Il reticolo polare equatoriale è quindi completato da raggi di A. R. tracciati ogni 15°, dai coluri, dalla proiezione dei poli, dei circoli polari e dai cerchi dei due tropici.
Curiosamente il planisfero australe, pur avendo le stesse caratteristiche di quello boreale, è più ampio avendo come circonferenza perimetrica, non la proiezione dell’equatore celeste, ma quella del cerchio di declinazione positiva di 10°. Di conseguenza le stelle contenute nella fascia di declinazione 0° +10° sono riscontrabili in entrambi i planisferi.
Orione nel planisfero australe nella fascia di declinazione tra +10° e -10°
Del reticolo polare eclittico possiamo vedere soltanto l’arco di competenza della proiezione dell’Eclittica, privo di scale.
Le costellazioni sono prive del disegno del loro personaggio mitologico e sono identificate dal nome in lingua russa e da una linea continua tratteggiata che ne delimita i confini. Le stelle, in nero su di uno sfondo verde-azzurro, sono prive di indici identificativi ma per molte di esse troviamo, sempre in cirillico, il nome proprio. Sono riportate soltanto fino alla quinta magnitudine ma, come si evince dalla relativa tabella, diversificate non solo per la grandezza ma anche per le loro caratteristiche: doppie, triple, variabili… Numerosi sono anche gli oggetti presenti del profondo cielo. Il tracciato della Via Lattea è ben delineato così come il confine delle due Nubi di Magellano.
Tabella delle magnitudini e delle classificazioni stellari
Vega nella Lira con M57, la nebulosa planetaria anulare
Le due Orse
Andromeda e M31
Le due Nubi di Magellano
Tavola
Particolare con lo schema N° 16 che descrive il moto della Terra intorno al Sole e quello della Luna intorno alla Terra
di FELICE STOPPA
APRILE 2018