Friedrich
Christian Matthiae |
Eratosthenis,
Catasterismi, in Libraria Hermanniana, Francofurti
ad Moenum
1816 |
Eratostene
di Cirene 280-
Catasterismi
Friedrich
Christian Matthiae Eratosthenis,
Catasterismi, Francofurti ad Moenum, in Libraria Hermanniana, 1816
La tavola
litografica dei due emisferi celesti allegata al testo curato da F. C.
Matthiae è identica per contenuti e strutture a quella prodotta nel La sola variante presente si riferisce al
disegno dei personaggi mitologici che, pur mantenendo le stesse posizioni
e caratteristiche, vengono presentati con altri abiti e con un tratto
leggermente diverso. La tavola porta la firma di C. F. Ulrich , pubblicata
a Francoforte sul Meno per i tipi di Joh.
Susenbeth. Oltre ai Catasterismi
di Eratostene il testo presenta, sempre e soltanto il testo greco e senza
commenti, di Arato Phaenomena et
Diosemea e di Dionisio Orbis
Terrarum Descriptio. Al volume sono allegate altre due litografie: Eratosthenis Systema Geographicum, Enucleabat Gosselin MDCCCIII, stampata da Offixin des Hofbuchdruckers
C. F. Muller in Carlsruhe, composta da Boerner. Orbis
Tabula secundum Dionysium , disegnata da F. Fellner e impressa da Joh.
Susenbeth. Nella tavola astronomica vengono presentati in proiezione polare
equatoriale concava i due emisferi celesti a partire dai rispettivi poli
fino alla circonferenza dell’equatore dove può essere letta l’A. R.
con l’approssimazione del grado. Sono presenti, uno sovrapposto
all’altro, sia il reticolo di riferimento equatoriale che quello
eclittico. Oltre al cerchio equatoriale, a quelli polare artico e
antartico, ai circoli dei tropici e all’eclittica viene disegnato il
circolo dell’orizzonte relativo a Roma e ad Alessandria d’Egitto. Come
si può notare dal forte spostamento della stella alfa dell’Orsa Minore
rispetto al polo celeste l’epoca per le quali sono posizionate le stelle
sui relativi reticoli non è quella corrispondente alla produzione del
volume di Schaubach, cioè intorno al 1795, bensì quella tra il secondo
ed il terzo secolo avanti Cristo, epoca alla quale si fa risalire la
stesura originale dei Catasterismi.
Le stelle, riconoscibili in classi di sei grandezze, sono nominate con
lettere dell'alfabeto greco e latino secondo il metodo di Bayer. Sebbene le due tavole manifestino alcune caratteristiche proprie
delle descrizioni di Eratostene, quali il cavallo Pegaso senza ali, oppure
il Sagittario sotto forma di satiro, la mancanza della Bilancia e la
presenza della Chioma di Berenice, non si può sostenere che i due
planisferi corrispondano fedelmente al testo dell’astronomo greco, sia
per i nomi utilizzati e, principalmente, per il numero di costellazioni
rappresentate. D’accordo con il giudizio espresso da Anna Santoni nel
suo Eratostene, Epitome dei Catasterismi, se dovessi scegliere una
rappresentazione più somigliante al testo di Eratostene sceglierei la
tavole del f.10v contenuta nel manoscritto del Codice
NLW 735C , risalente al 1000
circa, conservato nella National
Library del Galles, che illustra la traduzione di Germanico dei Fenomeni
di Arato.
L’opera
originale di Eratostene che J. Martin con il suo volume del 1956, Histoire du texte des Phènomènes d’Aratos, Parigi, gli
attribuisce definitivamente, non ci è giunta completa essendo i Catasterismi che conosciamo soltanto una sua riduzione databile
intorno al secondo o terzo secolo D. C. (secondo J. Martin mentre P.
Charvet propende per il II sec. A.C.) e che nella nostra tradizione viene
denominata Epitome dei Catasterismi,
riprodotta in molte edizioni tra le quali di riferimento risulta il
manoscritto ms. Edimburgensis Adv.
18.7.15 del XIII secolo. Questa
opera ridotta, comunque indipendente dall’altra opera astronomica allora
conosciuta di Arato di Soli, I
fenomeni, non contiene definizioni astronomiche relative a griglie di
riferimento concernenti le posizioni , le levate e i tramonti di stelle,
come probabilmente l’opera originale conteneva, ma elenca con buona
precisione la posizione anatomica delle stelle relativamente al
personaggio mitologico delle singole costellazioni alle quali vengono
dedicati singoli capitoli ognuno sempre comprensivo della descrizione del
mito letterario che sostiene ogni costellazione. Il
testo ridotto che conosciamo è composto di 44 capitoli, 42 dedicati alle
costellazioni, gli altri due ai 5 pianeti e alla Via Lattea. Ogni capitolo
parte con la descrizione del catasterismo, cioè quel processo che
partendo dal mito letterario arriva a collocare nel cielo stellato il
personaggio mitologico, a cui segue la descrizione della sua immagine
sulla quale vengono posizionate anatomicamente le singole stelle. In
questo modo vengono presentate insieme due forme di conoscenza praticate
dagli antichi, quella mitica ( che non permette verifica né confutazione
e si esprime in un tipo di discorso chiamato mythos) e quella
“scientifica” (che al contrario pretende la confutazione e la
verifica, pratiche pertinenti al tipo di discorso che i greci, almeno da
Platone, consapevolmente distinguono e chiamano logos, e può avvalersi
dell’osservazione, della misurazione, dell’esperienza).”Anna
Santoni, Eratostene,
Nella
prima delle quattro parti in cui è possibile distinguere il
testo di Eratostene vengono descritte tutte le costellazioni
boreali e buona parte di quelle zodiacali, nella seconda parte troviamo le
costellazioni australi e tre zodiacali, la terza e la quarta parte sono
dedicate rispettivamente ai Pianeti e alla Via Lattea.
Nell'Epitome le costellazioni sono elencate suddividendo il cielo
in sei zone e sono presentate secondo lo stesso ordine di Arato. Intorno
alla cupola centrale composta
dal Drago e dalle Orse si
distribuiscono ad anello, da est a ovest, le quattro zone che comprendono
le costellazioni a nord
dell’eclittica ( 1-9, 10-14, 15-23, 24,31). Le altre due zone formano
una fascia che comprende le costellazioni a sud dell’eclittica a partire
da Orione per finire con
Procione, il nostro Cane Minore, (32-37) e (38-42).
Alcune contraddizioni all’interno del testo però, come quella di
indicare Cefeo come quarta costellazione, mentre la troviamo al
quindicesimo posto, o di definire la Lyra come la nona costellazione,
mentre la troviamo ventiquattresima oppure di non trovare descritte le
costellazioni zodiacali dopo quella di Procione, come l’autore si
riproponeva nel testo, fanno pensare all’esistenza di un altro ordine più
antico, probabilmente appartenuto all’edizione
originaria dei Catasterismi, ordine che bene si adegua a quello descritto
nel secondo e terzo capitolo del
De Astronomia di Hygino, autore che dichiara espressamente di essersi
ispirato all’opera originale di Eratostene che noi abbiamo perduto.
Questa più antica suddivisione non ha come centro di riferimento la sola
eclittica bensì, e in modo primario, l’equatore: 1)
Zona delle costellazioni boreali suddivise per cerchi e fasce intorno al
polo equatoriale: a) all’interno del cerchio artico, b) tra il cerchio
artico e il tropico del Cancro, c) tra il tropico del Cancro e
l’equatore. 2)
Zona delle costellazioni zodiacali 3)
Zona delle costellazioni australi suddivise in cerchi e fasce a partire
dall’equatore: a) tra l’equatore e il tropico del Capricorno, b) tra
il tropico del Capricorno e il
cerchio antartico 4)
I pianeti. Quest’ultima
struttura è anche quella seguita in un manoscritto anonimo latino, il
codice Laurentianus LXXXVII 10,
studiato da A. Rehem nel
Nei
44 capitoli vengono nominate
56 costellazioni attraverso nomi indipendenti, di queste 41, trattate in
singoli capitoli, corrispondono ad altrettante costellazioni tolemaiche.
Altre quattro costellazioni tolemaiche vengono trattate non
indipendentemente ma in associazione ad altre ( Bestia, Corvo, Cratere,
Serpente). Vi sono poi altre 11 costellazioni non tolemaiche, tra le
quali, unica attualmente esistente, la Chioma di Berenice (che diventa
Chioma di Arianna quando viene descritta la Corona, capitolo 5). Non
vengono citate con il loro nome le seguenti costellazioni tolemaiche:
Corona Australe (associabile però alla Barca di Eratostene), Equuleus
(che manca del tutto), Libra (associabile però alle Chele di Eratostene).
Le undici costellazioni non tolemaiche sono: Pleiadi (indipendenti nel
capitolo 23), Chele (capitolo 7 con lo Scorpione), uno dei Gemelli (Polluce
e Castore vengono trattati infatti separatamente, rispettivamente con 9 e
10 stelle distinte, nel
capitolo 10), Chioma di Berenice (trattata nel capitolo 12 con il Leone),
la Capra e i Capretti ( capitolo 13 con Auriga), Hyades ( capitolo 14 con
il Toro), uno dei Pesci ed il Nastro che li unisce ( nel capitolo 21 i due
pesci e il nastro di collegamento vengono descritti come gruppi di stelle
distinte), Fiume d’acqua ( distinto da Acquario nel capitolo 26), Barca
(nel capitolo 28 con il Sagittario) Quest’ultimo personaggio, il
Sagittario, è rappresentato da un satiro e non da un centauro in quanto
secondo Eratostene non è caratteristica propria dei centauri di far uso
dell’arco. Nell'Epitome dei Catasterismi vengono
enumerate 736 stelle e descritti il Doppio ammasso nel Perseo (Capitolo
22) e l'Ammasso del Presepe nel Cancro che viene chiamato però La
mangiatoia (Capitolo 11), i due ammassi appaiono anche nella
tavola di Schaubach. Sono presenti con il loro nome le seguenti stelle: Arturo
nel Boote, Spiga e Vendemmiatrice nella Vergine, Propo
nei Gemelli, Asini nel Cancro, Capra e Capretti
nell'Auriga, Canopo in Argo e nel Fiume, Sirio nel Cane e Procione
con il cui nome si identifica sia la costellazione che la stella in essa
più luminosa. Tutte queste stelle vengono nominate anche nei planisferi
di Schaubach ad esclusione degli Asini del Cancro. I Catasterismi di Eratostene ci sono pervenuti anche in una ulteriore versione in 25 capitoli, quindi ancora più ridotta dell'Epitome, non contemplata da Schaubach, contenuta nel codice Vaticanus Graecus 1087 del XIV secolo. I 25 capitoli sono denominati Fragmenta Vaticana.
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CONFRONTA CON
Johann Conrad Schaubach Eratosthenis Catasterismi cum interpretatione latina et commentario Gottingae 1795
Poeticon Astronomicon, Basileae 1570
Hyginus Arhard
Ratdolt, Venezia 1485
Hugo Grotius Syntagma arateorum, Leiden 1600
Arato Phaenomena et Prognostica 1569,1570
LEGGI DI Arnaud ZUCKER (U.N.S., Cepam UMR 6130)
Altre rappresentazioni dell'Aratea o di Igino
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TITOLO
ERATOSTHENIS SYSTEMA GEOGRAPHICUM
ORBIS TABULA SECUNDUM DIONYSIUM
TAVOLA DEGLI EMISFERI CELESTI
HEMISPHAERIUM BOREALE
HEMISPHAERIUM AUSTRALE
COSTELLAZIONI CUPOLA PRIMA ZONA
PRIMA ZONA
SECONDA ZONA
TERZA ZONA
QUARTA ZONA
QUINTA ZONA
SESTA ZONA
PLANISFERO DAL CODICE NLW 735C f. 10v
di FELICE STOPPA
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