Thomas Livingstone Mitchell John Carmichael |
Chart of the Zodiac, Including The Stars to the 4th Magnitude between the parallels of 24°1/2 Declination North & South / T.L. Mitchell, delineavit ; J. Carmichael, sculpsit, Sydney 1830-1831
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Thomas Livingstone Mitchell
John Carmichael
Chart of the Zodiac, Including The Stars to the 4th Magnitude between the parallels of 24°1/2 Declination North & South / T.L. Mitchell, delineavit ; J. Carmichael, sculpsit, Sydney 1830-1831
La tavola celeste di T. L. Mitchell, una stampa in
acquatinta prodotta da una incisione su rame di John Carmichael del formato di
50,8 per
http://nla.gov.au/nla.obj-232394288/view
La tavola, ideata
dall’esploratore T. Livingstone Mitchell con la probabile collaborazione di
James Dunlop, riproduce due
fasce contigue dello zodiaco (16.2 x
La
proiezione è cilindrica tangente all’eclittica e presenta la zona celeste a
sud e a nord di questa per una escursione di 24,5° in latitudine.
Il reticolo eclittico è formato da linee di longitudine e di latitudine tracciate ogni 10°, numerati in progressione di dieci. La retinatura si intensifica al passo di un grado nella fascia dove è possibile osservare i pianeti per 10° a sud ed a nord dell’eclittica.
La costellazione del Toro nella fascia di osservabilità dei pianeti
La
proiezione è in visione concava e poiché la tavola è destinata ad un
osservatore posto nell’emisfero australe della Terra il sud è posto in alto e
le costellazione zodiacali si susseguono al contrario dell’ordine al quale
siamo abituati.
Il
nome dei mesi che si rileva sull’eclittica indica la posizione che il Sole vi
occupa durante lo scorrere dell’anno.
Il
reticolo equatoriale è rappresentato dalla proiezione del cerchio
dell’Equatore, sul quale è posta una scala graduata al passo di un grado di
A. R. e suddivisa in ore. E’ composto inoltre dai
cerchi dei due tropici e dalle porzioni di competenza delle linee dei coluri.
Una frase posta ai piedi delle due fasce zodiacali indica che The Places of the Stars are calculated for the year 1830.
Le
stelle, sebbene manchi una scala di riferimento, sono identificate da simboli
che le suddividono tra le quattro magnitudini prese in considerazione
dall’autore; le più luminose portano il loro nome proprio, le altre sono
nominate, secondo Bayer o Flamsteed, tramite le lettere dell’alfabeto greco o
da numeri.
Particolare la stella variabile Mira nella Balena per la quale l’autore indica anche il periodo di variabilità e la variazione massima in magnitudine allora conosciuta.
Mira nella Balena
Oltre alle costellazioni di origine tolemaica trovano posto nella tavola Norma , Microscopium e Telescopium ideate da Lacaille, Scutum (Sobieski), Sextans, Lynx e Leo Minor di Hevelius, Grus di Bayer, Monoceros di Habrecht II, Bartsch e Plancius e quelle ora non più contemplate di Caput Medusae, Musca Borealis e Antinous.
I confini delle costellazioni sono rappresentati da una curva sinuosa chiusa tratteggiata.
Norma e Telescopium
Microscopium e Grus
Lynx
Leo Minor
Monoceros di Habrecht II, Bartsch e Plancius
Sextans
Scutum Sobieski, Antinous
Sulla
storia della cartografia celeste occidentale
e l’ideazione delle costellazioni leggi la seguente pagina:
http://www.atlascoelestis.com/introduzione2.htm
Nella
seguente è invece consultabile la
biografia di Thomas
Livingstone Mitchell:
https://en.wikipedia.org/wiki/Thomas_Mitchell_(explorer)
TAVOLA
di FELICE STOPPA
DICEMBRE 2017