John Pringle Nichol |
Views of the Architecture of the Heavens, New York 1840
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John Pringle Nichol
Views of the Architecture of the Heavens, New York 1840
Nel 1840 a New York viene data alle stampe una nuova edizione del saggio di cosmografia che John Pringle Nichol aveva pubblicato a Edinburgh nel 1837.
Non si tratta di una ristampa e vi possiamo trovare come novità due planisferi celesti e delle note aggiuntive, la sesta delle quali (F) è dedicata alle costellazioni, alla loro storia e al commento delle due tavole: l’autore nella nota ne numera 96, 48 delle quali vanno aggiunte a quelle antiche: 12 zodiacali, 37 a nord dell’eclittica e 47 a sud di essa. Dobbiamo tener conto che il periodo in cui visse l’autore vide sorgere e morire decine di nuove costellazioni e soltanto con la riforma di Delporte (1922-1930) si arrivò a definire il numero, i nomi ed i confini delle 88 che attualmente utilizziamo.
http://www.atlascoelestis.com/21.htm
http://www.atlascoelestis.com/introduzione2.htm
La nota (F) e i due planisferi celesti
La nota (F) non corrisponde comunque a quanto contenuto nei planisferi. In questi le costellazioni sono in numero minore di 96: oltre a quasi tutte quelle tolemaiche troviamo Coma Berenices, Crux, Pavo, Ara, Toucan, Phoenix e quella ora desueta di Caput Medusae, inoltre Argo Navis è ancora completa e non suddivisa nelle sue parti.
Coma Berenices
Crux, Pavo, Ara, Toucan, Phoenix
Caput Medusae
Argo Navis
I due planisferi sono costruiti in proiezione polare equatoriale ed in visione concava, hanno al centro il rispettivo polo e per circonferenza perimetrale il cerchio dell’equatore celeste, vi sono tracciati inoltre i cerchi polari, quelli dei due tropici ed il coluro equinoziale, l’A. R. e la declinazione sono scandite rispettivamente sul bordo dell’equatore e sul coluro degli equinozi dai poli al punto gamma dell’Ariete.
Polo Equatoriale Artico, Circolo Polare Artico e Coluro Equinoziale dal polo al punto gamma dell'Ariete
Cerchi del Tropico del Cancro e del Tropico del Capricorno
Il reticolo di riferimento principale è invece quello eclittico con raggi di longitudine numerati e tracciati ogni 10° (ciclicamente da 0° a 30°) e cerchi di latitudine disegnati e numerati sul coluro solstiziale ogni 10°, vengono indicati i due poli ed i semicerchi dell’eclittica sulla quale insiste una scala graduata che misura la longitudine al passo di un grado.
Polo Eclittico Artico, cerchi di latitudine, raggi di longitudine, latitudine misurata sul coluro solstiziale
Eclittica nell'Emisfero Nord e relative costellazioni zodiacali
Eclittica nell'Emisfero Sud e relative costellazioni zodiacali
Le stelle, identificate da lettere dell’alfabeto greco e latino secondo il metodo di Bayer, sono suddivise in cinque magnitudini la cui scala è posta nell’emisfero meridionale. Altri due simboli indicano i numerosi oggetti non stellari presenti.
La Via Lattea è ben delineata in entrambi gli emisferi.
Scala delle magnitudini stellari
Nell’emisfero meridionale troviamo il riferimento al disegnatore delle mappe:
I. H Celen del.
in quello settentrionale il riferimento all’autore delle litografie:
Jenkins Lith.
Gli autori si sono sicuramente ispirati ai due planisferi pubblicati nelle seguenti opere:
Thomas Tegg, J. Shury
Astronomy, Northern Hemisphere, Southern Hemisphere, London, Published by Thomas Tegg, 73, Cheapside Januari, 2nd, London 1826
http://www.atlascoelestis.com/Tegg%20Shury%201826%20basei.htm
Friedrich Christian Matthiae
Eratosthenis, Catasterismi, in Libraria Hermanniana, Francofurti ad Moenum 1816
http://www.atlascoelestis.com/Matt%20Pagina.htm
Johann Conrad Schaubach,
Eratosthenis Catasterismi cum interpretatione latina et commentario, Gottingae 1795
http://www.atlascoelestis.com/Schaubach%20Pagina.htm
In tutte le tavole di queste opere esaminando la posizione delle stelle con il punto di intersezione tra l’eclittica e la proiezione dell’equatore celeste si può verificare che il cielo che vi viene rappresentato è quello del secondo secolo avanti Cristo, essendoci una differenza di circa 30° rispetto alla rappresentazione del cielo attuale.
Eta Virginis è spostata di oltre 30° rispetto alla posizione attuale
vedi in proposito:
http://www.atlascoelestis.com/introd.precessione.htm
http://www.atlascoelestis.com/introduzione2.htm
Le due tavole rappresentano pertanto il cielo dell’epoca di Eratostene e manifestano inoltre caratteristiche proprie delle descrizioni contenute nei testi dell’astronomo greco, quali il cavallo Pegaso (nominato Equus) senza ali, il Sagittario sotto forma di satiro, la mancanza della Bilancia e del Cavallino e la presenza della Chioma di Berenice.
Equus e Sagittarius
I Planisferi delle quattro opere a confronto
Planisferi Boreali
Johann Conrad Schaubach, 1795 e Friedrich Christian Matthiae, 1816
Thomas Tegg, J. Shury, 1826 e John Pringle Nichol, 1840
Planisferi Australi
Johann Conrad Schaubach, 1795 e Friedrich Christian Matthiae, 1816
Thomas Tegg, J. Shury, 1826 e John Pringle Nichol, 1840
Scheda informativa su John Pringle Nichol
https://en.wikipedia.org/wiki/John_Pringle_Nichol
Edizione del 1837 di Edinburgh:
Edizione del 1839 di Edinburgh:
Edizione del 1840 di New York con le due tavole:
Edizione del 1843 di Edinburgh :
https://wellcomecollection.org/works/g7pmkq9n/items?canvas=9
I planisferi celesti
di FELICE STOPPA
FEBBRAIO 2022