Arnold van Westerhout, Francois Noël

 

Mappa Stellarum Australium…Annum Christi completum 1687 tavola tratta da Observationes Mathematicae, et Physicae in India et China factae à Patre Francisco Noël Societatis Jesu, ab anno 1684. usque ad annum 1708 , Praga 1710

 

 

 

 

Arnold van Westerhout, Francois Noël

 

Mappa Stellarum Australium…Annum Christi completum 1687 tavola tratta da Observationes Mathematicae, et Physicae in India et China factae à Patre Francisco Noël Societatis Jesu, ab anno 1684. usque ad annum 1708 , Praga 1710

 

 

 

La bella tavola che presento in questa pagina, cm 34,6 per 37,9, rappresentante il planisfero celeste meridionale con un diametro di 33 cm , è una incisione di  Arnold van Westerhout che arricchisce il testo relativo alle osservazioni celesti realizzate dal padre gesuita   Francois Noël durante la sua missione in Cina ed India condotta dal 1684 al 1708.

 

Il testo di Francois Noël, Observationes Mathematicae, et Physicae in India et China factae à Patre Francisco Noël Societatis Jesu, ab anno 1684. usque ad annum 1708 è studiabile nella sua completezza  alla  pagina che indico di seguito, riprodotta per cortesia di Osterreichische Nationalbibliothek:

 

http://digital.onb.ac.at/OnbViewer/viewer.faces?doc=ABO_%2BZ179891806

 

Il prezioso testo di Noël ci relaziona sulle osservazioni e sui fenomeni occorsi nell’ Asia orientale tra il 1684 ed il 1708.

Nel primo capitolo, dedicato a numerose eclissi operate da Giove sui suoi satelliti, i riferimenti dell’autore sono molto particolareggiati riportando nelle tabelle relative i tempi delle emersioni dei satelliti registrati contemporaneamente da  punti di osservazione distanti tra loro, permettendo pertanto, per triangolazione, di determinare le dimensioni del pianeta.

 

 

Il secondo capitolo, con la medesima precisione utilizzata per le osservazioni su Giove, ci riferisce delle eclissi di Luna e di Sole degli anni 1684, 1685, 1686, 1688, 1690, 1691, 1692, 1694, 1695, 1697, 1706, 1707 confrontando i dati da lui determinati con quelli di altri numerosi osservatori dislocati in altre zone del paese.

 

 

Nel capitolo terzo l'autore riassume i dati relativi alle determinazione della latitudine e della longitudine di diverse città dell’Asia orientale ponendosi in grado di proporre una tabella che alla posizione geografica delle città sul globo terrestre permette di affiancare  la loro Mutua Distantia.

 

 

Il quarto capitolo ci offre un catalogo stellare dove le relative stelle, con la loro magnitudine osservata , l’ A. R. e la declinazione rilevate per il 1687, sono elencate per progressione in A.R., catalogo di cui la tavola che presentiamo è la diretta rappresentazione grafica. 

 

 

 

 

 

Questo catalogo e la tavola di van Westerhout  riproducente i dati osservativi di Francois Noël sono stati utilizzati nel 2004 da David J. Frew dell’Università di Hong Kong per valutare la variazione di luminosità di Eta Carinae negli ultimi decenni del seicento. 

Il suo articolo The Historical Record of Eta Carinae I. The Visual Light Curve, 1595-2000, leggibile alla seguente pagina

https://www.researchgate.net/figure/234543387_fig2_Figure-5-The-planisphere-of-the-southern-sky-published-by-Noel-1710-An-arrow-shows

ripropone la tavola che esaminiamo e indica con una freccia la posizione di Eta Carinae tra le zampe posteriori del Centaurus dove è disegnata con un simbolo di quarta magnitudine.  

 

Eta Carinae

 

 

Su Eta Carinae e le sue eccezionali peculiarità consulta 

 

https://www.nasa.gov/chandra/multimedia/eta-carinae-2014.html 

 http://www.chandra.harvard.edu/photo/2014/etacar/ 

https://en.wikipedia.org/wiki/Eta_Carinae

 

L’interessante capitolo quinto tratta  dell’astronomia cinese con una parte dedicata alla misurazione ciclica del tempo e alla simbologia utilizzata per definire i segni celesti e le 28  costellazioni. Il capitolo è completato da un ampio catalogo, costellazione per costellazione, dove alle singole stelle, nominate secondo i criteri occidentali, vengono associati i nomi della cultura cinese. Le costellazioni esaminate sono quelle tolemaiche con l’aggiunta per l’emisfero boreale di Antinous e Corona Berenices, per l’emisfero australe di Columba, Cruzero sive Crux, le due Nubi di Magellano e le dodici costellazioni inserite da Bayer nella sua Uranometria del 1603 in seguito alle osservazioni operate durante i loro viaggi nell’Oceano Indiano dai navigatori P. D. Keyser e F. de Houtman:

http://www.atlascoelestis.com/baj%2051.htm

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Altri due capitoli sono dedicati rispettivamente alle unità di misura e di peso utilizzate in Cina e alla variazione della declinazione e dell’inclinazione  dell’ago magnetico di una bussola in seguito al suo uso in zone diverse del paese.

 

 

 

L’ultimo capitolo, intitolato Miscellania Matematica, riporta i dati di osservazioni di comete (1695/1701/1702), della luce zodiacale e di fenomeni luminosi atmosferici collegati al tramonto del Sole. Sull’osservazione telescopica dei pianeti, a pag. 132, si fa riferimento alla gibbosità presentata da Venere, ad una deformazione della circonferenza di Giove e si descrive inoltre il passaggio di Mercurio sul disco solare osservato da P. de Fonenay il 10 Novembre del 1690. A questo ultimo fenomeno è dedicata una ulteriore tavola che arricchisce il testo di  Francois Noël.

Sui transiti storici di Mercurio sul Sole è interessante leggere il seguente articolo di Rodolfo Calanca, I transiti di Mercurio tra il seicento ed il settecento:

http://www.crabnebula.it/rc/storia_transiti_mercurio.htm

http://www.crabnebula.it/rc/prima_transiti_mercurio.htm

 

 

 

Giove e lo schiacciamento ai poli

L'ago magnetico nella bussola

Transito di Mercurio del 10 Novembre 1690

 

 

 

 La tavola celeste

L’esemplare della tavola celeste che riproduco, identica a quella contenuta nel testo che abbiamo esaminato, appartiene però ad un’altra pubblicazione, ancora da identificare, edita nel 1711, come si evince dalla postilla posta nella sua parte superiore destra: TAB.V. ad A. 1711. M. Sept. pag. 386.

 

 

E’ costruita in proiezione polare equatoriale ed in visione concava e rappresenta il cielo stellato centrato sulla proiezione del polo terrestre  australe per un raggio di 50° in declinazione. E’ quindi corrispondente alla zona di cielo non visibile dai paesi dell’emisfero boreale posti alle nostre latitudini e che le tavole celesti prodotte fino alla fine del cinquecento presentavano prive di stelle e costellazioni.

Il reticolo di riferimento è quello polare equatoriale. L’ascensione retta, Ascensio Recta, viene letta tramite una scala graduata al passo di un grado  posta sulla circonferenza della mappa in corrispondenza del cerchio di declinazione distante 50° dal polus mundi Antarcticus. La declinazione è determinabile tramite la scala al passo di un grado posta sulla proiezione del Planum coluri Solstitiorum. Il reticolo è completato dal cerchio tratteggiato del Circulus Antarcticus e da raggi di A. R. e cerchi di declinazione, circuli Declinationum, disegnati ogni 10°.

 

polus mundi Antarcticus

 

Circulus Antarcticus

 

Gli attori principali della tavola sono quindi le dodici costellazioni di P. D. Keyser e F. de Houtman, alle quali vanno aggiunte quelle tolemaiche presenti nella zona e Crux tra le zampe del Centaurus.

 

Crux e Apis

 

Le stelle sono prive di nome proprio e di lettera di riferimento ma sono collocate con precisione rispettando la scala delle sei magnitudini, Notae magnitudinis Stellarum,  posta ai margini della tavola. 

 

 

Il titolo della mappa ci informa che le coordinate delle stelle constructae sunt ad Annum Christi completum 1687.

 

 

 

 Tavola

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

NOVEMBRE 2017