di

Felice Stoppa

 

 

 

 

 

Le costellazioni scomparse dal cielo

 

 

 

Petrus Apianus

 

 

Astronomo, cartografo, ideatore di strumenti e professore di matematica presso l'Università di Ingolstadt, 1495-1552

 

Rosa

 

Appare per la prima volta in un planisfero del 1536: Imagines Syderum Coelestium ut...

 

http://www.atlascoelestis.com/Anonim.%20Apiano%20sedicesimo%20base.htm

https://collections.rmg.co.uk/collections/objects/551748.html

https://www.astronomie-nuernberg.de/index.php?category=duerer&page=apian-1536


 

 

 e la rappresentiamo di seguito con un ingrandimento della famosa tavola pubblicata nell'Astronomicum Caesareum del 1540.

 

 

 L'autore la descrive insieme a Crines Berenices Triche (Vedi Coma Berenices) mentre elenca alcune stelline appartenenti alla costellazione del Leone (Del quale altre due stelle vengono denominate Cervix e Dorsum). 

 

 

Lo storico dell'astronomia Basil Brown, nella sua opera del 1932 "Astronomical Atlases, Maps et Charts", sostiene che Rosa indicherebbe la posizione di Cor Carolis. Quindi la figura dei Canes Venatici, che vediamo disegnati in numero di tre nello stesso ingrandimento, occuperebbe una posizione di fantasia e non indicherebbe le stelle che l'omonima costellazione odierna raccoglie.

 

Nella stessa opera scopriamo che Testudo è uno  dei nomi della costellazione della Lyra.

 

 Mentre Fetonte, che nuota nell'Eridano, ha sembianze femminili.

 

Il mito di Fetonte

 

 

Plaustrum e Alcor

 Altre curiosità troviamo in opere precedenti dello stesso autore. In Cosmographicus del 1524 vi è una doppia rappresentazione dell'Orsa Maggiore,

 

nella prima diventa un carro trainato da tre cavalli e prende il nome di Plaustrum; nella stessa tavola, dove è però rappresentata come un'orsa, di fianco alla seconda stella della coda, viene disegnata ed indicata con il suo nome Alcor, è la prima volta in una pubblicazione occidentale. L'uso del Carro al posto dell'Orsa proviene dalla tradizione arcaica greca pretolemaica, mentre Alcor è nome di origine araba. Di seguito ancora Plaustrum e Alcor da Horoscopion Apiani Generale... del 1533.

 

 

 

 

 

Figlie dell’Orsa

Pastor, Canis et Oves

Quinque Dromedarii

Duae Alae

 

 

Da Horoscopion Apiani Generali, 1532 dedicato a Carlo V. Nel planisfero, che riporta le stelle di prima e seconda grandezza, troviamo con il loro classico disegno solo 19 delle costellazioni tolemaiche,

 

Nel planisfero trovano posto ventuno costellazioni tolemaiche, diciannove rappresentate dal disegno integrale del personaggio mitologico, due secondo il concetto che la parte rappresenta il tutto per cui l’Auriga è la sola Capra e il Perseo la sola Testa di Medusa

 

Testa di Medusa e Capra

Tra le altre manca la costellazione dell’Orsa Minore sostituita da un gruppo di tre ragazze che guardano verso una donna seduta sopra una poltrona ( Figlie dell’Orsa)

 

Figlie dell’Orsa

Secondo alcune interpretazioni, vedi l’articolo sotto riportato di Paul Kunitzsch, questi quattro nuovi personaggi, con gli altri che descrivo di seguito, sono un omaggio di Apiano alla tradizione astronomica preislamica alla quale fa anche riferimento Al Sufi nel suo Liber  locis stellarum fixarum del 964. Le altre figure preislamiche sono: Pastor, Canis et Oves, nella zona tipica di Cefeo, Quinque Dromedarii, la Testa del Drago, Duae Alae, rappresentate come una corona sopra la costellazione del Cigno.

 

Pastor, Canis et Oves

 

Quinque Dromedarii

 

Duae Alae

 Questi ultimi tre gruppi stellari sono anche citati nell’opera più maestosa di Apiano, l’Astronomicum Caesareum del 1540 ripresi, secondo l’autore, direttamente dall’opera di Al Sufi. Come in altre tavole dell’epoca Bootes è accompagnato da due cani, da non confondere con la costellazione dei Canes Venatici,  e la Lyra  è nella sua doppia forma di strumento musicale, in questo caso secondo la tradizione italiana per cui la lira da braccio è simile ad un violino, e in quella di Vultur cioè l’aquila della tradizione araba (Vega).

 

 

 

 

Sul rapporto tra Pietro Apiano e la tradizione araba leggi l'articolo di

 

Paul Kunitzsch

Peter Apian and "Azophi":

Arabic constellations in renaissance astronomy

 

per cortesia di

Science History Publications Ltd

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Di Petrus Apianus

consulta

ASTRONOMICUM CAESAREUM


 

e

Horoscopion Apiani Generale…, Ingolstadt 1533