Petrus Schenck

 

Planisphaerium Coeleste: Secundum Restitutionem Hevelianam et Hallejanam. Ex Formis Petri Schenck Amstelaedami, Amsterdam 1705

 

 

 

 

Petrus Schenck

 

 

Planisphaerium Coeleste: Secundum Restitutionem Hevelianam et Hallejanam. Ex Formis Petri Schenck Amstelaedami, Amsterdam 1705

 

 

 

La bella tavola, cm 48 x 55, dei due planisferi celesti venne prodotta nel 1705 nelle officine grafiche di P. Schenck per essere inserita nella edizione del 1705 del grande atlante

 

 

 

Atlas contractus sive Mapparum Geographicarum Sansoniarum auctarum et correctarum nova congerie.

 

 

 Lo stile con il quale vengono disegnate le costellazioni ha per riferimento quello utilizzato da Hevelius in

 

 Firmamentum Sobiescianum sive Uranographia, Danzica 1690

  

http://www.atlascoelestis.com/6.htm

 

 ed il modello dell’intera tavola è preso da Frederic de Wit, che collaborava anche con le officine grafiche di P. Schenck, in 

 

Planisphaerium coeleste, Amstelodami apud Fredericum de Wit, Amsterdam 1700(?)

 

http://www.atlascoelestis.com/de%20Wit%201700.htm

 

con il quale la nostra tavola diventerà punto di ispirazione per numerose e simili produzioni del settecento, tra le quali quelle  di

 

Georg Christoph Eimmart, Planisphaerium Caeleste Secundum Restitutionem Hevelianam et Hallejanam, Nuremberg 1705

 

http://www.atlascoelestis.com/eimmart%201705.htm

 

 

Mattheus Seutter, Planisphaerium Coeleste. Secunda Restitutionem Hevelianam et Hallejanam, Augsburg 1730

 

http://www.atlascoelestis.com/Seutter%20planisphaerium%201730.htm

 

 

Tobias Conrad Lotter, Planisphaerium coeleste : secundum restitutionem Hevelianam et Hallejanam, da Atlas Novus, Augustae Vindelicorum, 1772

 

http://www.atlascoelestis.com/Lotter%201772.htm

 

 

I due emisferi celesti, 26, 2 cm di diametro, sono disegnati in proiezione polare eclittica stereografica, la visione è convessa cioè suppone l’osservatore essere all’esterno della sfera stellare.

 

I due emisferi celesti e la scala delle magnitudini stellari

 

 

Il reticolo eclittico considera i poli, posti al centro delle due mappe, la proiezione dell’eclittica, che coincide con le circonferenze dei planisferi sulle quali è posta una scala graduata al passo di 1° di longitudine. Dai poli si diramano dei raggi di longitudine eclittica ogni 30°. La latitudine viene letta sopra uno di questi raggi con la precisione di un grado.

Anche il reticolo equatoriale è ben rappresentato: Poli, circolo artico ed antartico, circolo del tropico del Capricorno e del Cancro, arco di competenza della proiezione dell’equatore e i due coluri.

 

Circolo polare artico ed i due poli nord, eclittico ed equatoriale

 

 

Il punto di tangenza dei due planisferi non rappresenta la loro continuità essendo questa spostata e ruotata di ben 180°.

Le stelle, prive  di nomi e di lettere di riferimento, la sola  ricordata è Mira,  sono posizionate per il 1705 e vengono disegnate con  simboli che corrispondono alle sei magnitudini; i nomi Pollux e Castor non identificano le due stelle che conosciamo ma soltanto le parti di costellazione corrispondenti ai due personaggi dei Gemelli.

 

Mira, la variabile in Cetus

 

Con il termine Nova si indica quella del 1572 in Cassiopeia e quella del 1604 nel Serpentarius. La scala di riferimento, Magnitudines Stellarum, si conclude con il termine Nebulosa  che non viene però mai utilizzato.

Nel cielo australe sono nominate  le due Nubi di Magellano.  

 

 

LaNova del 1572 in Cassiopeia e quella del 1604 nel Serpentarius

 

 Le due Nubi di Magellano

 

 

Oltre alle costellazioni di origine tolemaica sono presenti le otto introdotte da Hevelius, le dodici segnalate da Keyser e Houtman e ratificate da Bayer, quindi: Coma Berenices, Camelopard, Musca, Antinous, M. Maenalus, Columba Noae, Crux, Monoceros, Robur Carolin, Sextans Uraniae. Sono inoltre nominate come costellazioni autonome alcune parti componenti di quelle tradizionali: Triang Min, Linum Bor e Linum Austr, Anser, Piscis Bor e Piscis Austr, Chara e Asterion, Castor e Pollux

 

Vedi a tal proposito:

 Breve storia della cartografia celeste occidentale

http://www.atlascoelestis.com/introduzione2.htm

 

 

  Le dodici costellazioni segnalate da Keyser e Houtman e ratificate da Bayer

http://www.atlascoelestis.com/baj%2051.htm

 

 

 Antinous

 

Chara e Asterion, Coma Berenices, M. Maenalus

 

 

Nei due lati maggiori della tavola l’autore ci propone sei schemi illustrativi dedicati ad argomenti cosmologici e cosmogonici che portano il titolo di:

 

Hypothesis Tychonica

Hypothesis Ptolemaica

Aestus Maris per Motum Lunae che spiega il fenomeno delle maree

Illuminatio Lunae per Solem che descrive le fasi lunari

Hypothesis Copernicana

Schema Ph. Landsbergii. Motus Terrae Annus circa Solem che, oltre all’orbita della Terra intorno al Sole, illustra l’alternarsi delle stagioni. 

 

Hypothesis Tychonica

 

 

Hypothesis Ptolemaica

 

 

Aestus Maris per Motum Lunae

 

 

Illuminatio Lunae per Solem

 

 

Hypothesis Copernicana

 

 

Schema Ph. Landsbergii. Motus Terrae Annus circa Solem

 

 

 

TAVOLA

 

 

 

 

 

EMISFERO BOREALE

 

 

 

 

 

EMISFERO AUSTRALE

 

 

 

 

 

 

Nelle officine grafiche di P. Schenck venne prodotta un'altra bella tavola con contenuti astronomici a cura di Adam Friedrich Zurner ed inserita a sua volta in

Atlas contractus sive Mapparum Geographicarum Sansoniarum auctarum et correctarum nova congerie:

 

Adam Friedrich Zurner

Planisphaerium Terrestre cum utroque Coelesti Hemisphaerio, sive Diversa Orbis Terraquei . . ., Amsterdam 1700 circa

 

http://www.atlascoelestis.com/Zurner%201700%20base.htm

 

 

E' inoltre attribuibile alle officine grafiche di P. Schenck e ad Adam Friedrich Zurner  la seguente  tavola:

Planisphaerium Terrestre cum utroque Coelesti Hemisphaerio, sive diversa orbis Terraquei, Amsterdam 1690-1700 circa

http://www.atlascoelestis.com/zurne%201690.htm

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

MARZO 2018