Wilhelm Schickard |
Astroscopium.
Pro facillima stellarum cognitione noviter excogitarum, &
commentariolo illustratum: / a Wilhelmo Schickardo, Sanctae Linguae apud
Tubingenses Professore publico. Stuttgardiae 1646 |
Wilhelm
Schickard
Astroscopium.
Pro facillima stellarum cognitione noviter excogitarum, & commentariolo
illustratum: / a Wilhelmo Schickardo, Sanctae Linguae apud Tubingenses
Professore publico. Stuttgardiae : Typis Kauttianis, 1646
L’Astroscopium
di Schickard venne edito nel seicento più volte, la prima edizione è
pubblicata a Tubinga nel 1623 ed è l’unica scritta per intero dall’autore.
Le edizioni successive, del 1646, 1655, 1659, 1665, 1687 e 1698, tutte
pubblicate dopo la sua prematura morte per peste avvenuta nel 1635, furono
aggiornate da autori diversi. Le ultime, quelle del 1687 e del 1698
portano la firma del figlio Willhelm Schickard Junior. Anche nelle tavole
celesti annesse alle varie edizioni si riscontrano interventi dei singoli
curatori. Possono comunque essere
distinte in due tipologie: la prima, più semplice e di dimensioni più ridotte,
Prima edizione del 1623
http://www.atlascoelestis.com/Schickard%201623%20base.htm
La
seconda tipologia è rappresentata dalle tavole, più grandi,
Le
tavole che presento sono relative alle incisioni annesse all’edizione del
1646.
La
tavola del cielo boreale è costruita in proiezione conica concava, il taglio
del cono è in corrispondenza del solstizio estivo. Il polo di riferimento è
quello equatoriale, la circonferenza coincide con il cerchio di 35° di
declinazione nord. Un cartiglio posto tra il Cigno, Cefeo e Andromeda riporta la
scala delle Magnitudo Stellarum, fino
alla settima e con l’indicazione della presenza di Nebulosae. Viene riportata la posizione della Stella Nova
Magnitudo Stellarum Stella Nova Anno 1600 nel Cigno
Stella
Nova
Percorso della cometa del 1618
Disparitio Cometa Anni 1618
Nelle
tavole di questa edizione si accentuano le caratteristiche dell’edizione del
Der Kleine wag Currus Jacobi et Josephi
Der Grosse wag. Currus Eliae
Crux Chrsti Ioh. 19.18 S.s.a Trinitatis Matth. 3.17
Alle costellazioni tolemaiche l’autore aggiunge Caput Medusae (in veste maschile, Goliathi), Coma Berenices e una di sua invenzione, la Cerva Aurorae. David Psal 22.5, posta in corrispondenza di una stella di seconda o terza magnitudine che è possibile pensare sia l’attuale Cor Caroli o Asterion nei Cani da Caccia, l’astro è anche indicato dalla punta della lancia sostenuta dal Bootes. Con il nome proprio sono indicate Arcturus, Algol, Cynosura (la Stella Polare), Capella, Bini Hoedi (i Capretti).
Caput Medusae (in veste maschile, Goliathi)
Cerva Aurorae. David Psal 22.5 Coma Berenices
Anche
la tavola del cielo meridionale è in proiezione conica geocentrica, è più
ampia di quella boreale e comprende tutta la fascia zodiacale. Il polo di
riferimento è quello equatoriale sud ed il perimetro esterno coincide con il
cerchio di 35° di declinazione nord.
Delle costellazioni tradizionali mancano il Centauro ed il Lupo, Argo Navis e l’Ara. E’ invece rappresentata la costellazione non tolemaica di Ganymedes e le nuove di Grus, Apis e Unicornii, a sud del Cane Maggiore troviamo una delle rarissime rappresentazioni del Gallus (Petri). Sono riportate un numero notevole di stelle, le Pleiadi sono 7 e vengono denominate Die Gluckhenn ( i pulcini) con l’aggiunta di Christus e del versetto del Vangelo di Matteo al quale l’autore si ispira, Mat. 23.37. Ai piedi della Vergine è riportata la Cometa Anni 1618 evidenziata dalla sua Cauda Cometae e da due segmenti paralleli che ne indicano il percorso. Sopra il piede del Serpentario troviamo la Stella Nova 1604 famosa per essere stata oggetto di studio da parte di Keplero.
Unicornii Aequinoctialis
Gallus (Petri)
Die Gluckhenn ( i pulcini)Christus Mat. 23.37
Cometa Anni 1618 e Cauda Cometae
Stella Nova 1604
I reticoli di riferimento sono meglio precisati che nella tavola boreale e comprendono il cerchio dell’equatore, Aequinoctialis, e l’eclittica che riporta una scala graduata con tacche di 1° di longitudine. Intorno all’eclittica due cerchi di latitudine posti con una escursione di 16° delimitano la zona dove possono essere osservati i pianeti, questa fascia è graduata da segmenti ogni 10° di longitudine.
Intorno all’eclittica due cerchi di latitudine posti con una escursione di 16° delimitano la zona dove possono essere osservati i pianeti
Un
cartiglio posto nella zona esterna alla proiezione conica riporta il seguente
titolo: ASTROSCOPIUM Wilhelmi Schicardi:
in commodum Reipublicae literariae locupletius adornatum, accurante TrigA
chArItum würtebergicarum Serenissima. STUTGARDIAE. ANNO CHRISTI: 1645.
La
Via Lactea è ben delineata in
entrambe le tavole.
Riferimenti:
Opera:
Van
Aerschodt, L.: Atlas et cartes céleste, in Ciel et Terre, Volume 40. Bulletin
of the Société Belge d'Astronomie, Brussels, 1924, p.244
http://articles.adsabs.harvard.edu//full/1924C%26T....40..242V/0000243.000.html
http://digital.bibliothek.uni-halle.de/hd/content/titleinfo/325490
Biografia:
http://de.wikipedia.org/wiki/Wilhelm_Schickard
http://www.deutsche-biographie.de/sfz78261.html
TITOLO
TAVOLE
CIELO AUSTRALE
Edizione del 1659
http://resolver.sub.uni-goettingen.de/purl?PPN595211178
Edizione del 1665
Edizione del 1687
Edizione del 1698
http://reader.digitale-sammlungen.de/de/fs1/object/display/bsb10061123_00001.html
http://www.e-rara.ch/zut/content/thumbview/155783
di FELICE STOPPA
GIUGNO 2014