P. Corbinianus Thomas |
Mercvrii Philosophici Firmamentvm Firmianvm, Descriptionem et Vsum Globi Artificialis Coelestis, ac Asterismos ejusdem ad ineuntem annum 1730. reductos LXXXVI. Iconismis aeri incisis exhibens…, Franckofurti & Lipsiae, 1730 Firmamentum Firmianum, Seu Manuductio Ad Globum Artificialem Coelestem Asterismos ejusdem ad ineuntem annum 1731. reductos LXXXVI. Iconismis aeri incisis exhibens, Augustae Vindelicorum 1731 |
P. Corbinianus Thomas
Mercvrii Philosophici Firmamentvm Firmianvm, Descriptionem et Vsum Globi Artificialis Coelestis, ac Asterismos
ejusdem ad ineuntem annum 1730. reductos LXXXVI. Iconismis aeri incisis exhibens…, Franckofurti &
Lipsiae, 1730
Firmamentum Firmianum, Seu Manuductio Ad Globum Artificialem Coelestem Asterismos ejusdem ad ineuntem
annum 1731. reductos LXXXVI. Iconismis aeri incisis exhibens, Augustae Vindelicorum 1731
Le due edizioni dell’atlante di P. Corbinianus Thomas, Padre benedettino docente di teologia e matematica all’Università di Salisburgo, pubblicate ad un solo anno di distanza tra loro, contengono 54 tavole, di diversi formati ( tra cm 11 x 12,5 e cm 13,3 x 19,3), dedicate alle costellazioni dei due emisferi. Nei primi tre capitoli illustrano il testo una serie di diagrammi astronomici, una tavola geografica della zona di Salisburgo e alcune tavole tavole, incise da J. P. Andreae, Tra le quali: la Tabula Selenographica, i due emisferi boreale e australe ed il cosiddetto Coelum Aegyptiacum Hieroglyphicia Iconismus.
Le
tavole delle costellazioni , alcune direttamente firmate, sono da ascrivere a J.
C. Berndt.
Le
costellazioni sono riprodotte in proiezione concava e riportano le stelle,
divise in sei magnitudini, per l’epoca del 1730. Gli astri sono identificati
secondo il metodo di Bayer da lettere dell’alfabeto greco affiancate da un
numero romano che ne indica la magnitudine e da un numero arabo che le collega
al catalogo di riferimento.
Nelle
tavole sono presenti sia il reticolo di riferimento equatoriale, con linee di A.
R e di declinazione ogni 10° che quello eclittico con linee di longitudine ogni
10°. Del primo reticolo sono evidenziati il circolo artico e quello antartico,
i due tropici e l’Equatore, del secondo l’Eclittica. I bordi delle tavole
riportano scale graduate al passo di un grado di A. R e di declinazione.
Diverse
costellazioni non tolemaiche sono aggiunte a quelle classiche e per alcune di
queste l’autore propone delle varianti nei nomi: Antinous, Columba, Coma
Berenices, Crux (In hoc signo vinces), Jordanus, Tygris, Camelopardalis,
Monoceros, Rhombus, Lilium, Robur Carolinum, Sceptrum Regale (Asterismus
Ludovico XIV), le dodici costellazioni del cielo meridionale proposte dai
viaggiatori commercianti Keyser e Houtman e poi ufficializzate dal Bayer nel suo
atlante del 1603. Troviamo inoltre Scutum Sobiesci e Sextans Uranies. Infine la
Corona Firmiana Vulgo Septentrionalis che non è altro che la costellazione
della Corona Settentrionale rinominata da Thomas in onore dell’Arcivescovo di
Salisburgo, Leopold Anton von Firmian.
Lo
stile degli incisori ricorda quello utilizzato nei suoi lavori dal Coronelli.
Biografia
di J. C. Berndt:
http://de.wikipedia.org/wiki/Johann_Christoph_Berndt e http://naa.net/ain/personen/show.asp?ID=71
Biografia
di J. P. Andreae:
http://de.wikipedia.org/wiki/Johann_Philipp_Andreae
Edizione
del 1730
Vengono di seguito confrontate le rispettive tavole dell'edizione del 1730 e del 1731
Caput III
di FELICE STOPPA
OTTOBRE 2014