J. E. Bode |
Uranographia, Berlino 1801 |
Con l'Uranographie del
Bode, pubblicata a Berlino nel 1801, si conclude l'epoca dei grandi
atlanti che conciliano nello stesso tempo l'esigenza di scientificità e
la qualità artistica. Suddivise in otto magnitudini compaiono più di
17.200 stelle, vengono segnalate le stelle doppie, gli ammassi stellari e
circa 2000 nebulose; nelle 20 tavole di grande formato viene sintetizzato
il lavoro svolto da una trentina di astronomi del periodo, tra i quali
Lacaille, Lalande, Messier e in particolare William Herschel per il
contributo relativo alle nebulose.
Nell'atlante di Bode sono rappresentate più di cento
costellazioni, le quarantotto tolemaiche, le prime dodici australi
identificate da Keyser alla fine del cinquecento, le undici di Hevelius,
altre quattordici collocate nell'emisfero sud da Lacaille in seguito alle
sue ricerche effettuate a Città del Capo dove, tra il 1751 e il 1752,
classificò circa diecimila nuove stelle. L'Uranographia contiene tutte quelle costellazioni che man mano i vari
astronomi avevano proposto durante gli ultimi due secoli, anche quelle che
ebbero una vita
effimera, come il Globus aerostaticus e il Felis proposte
da J.J. de Lalande o la Machina electrica e il Lochium funis o l'Honores
friderici e l'Officina typographica, ma anche la Musca borealis e la Robur
carolinum con lo Sceptrum brandeburgicum.
Tavola III dall'edizione del 1882 de "Les Etoiles" di Camille Flammarion
Questa continua proliferazione di nuovi segni insieme all'esigenza
di catalogare stelle sempre meno luminose, scoperte da telescopi sempre più
potenti, porrà ostacoli alla rappresentazione in disegno del personaggio
della costellazione e andranno a distinguersi , nell'arco dei primi
cinquant'anni dell'ottocento, le regole che detteranno la produzione di
atlanti ad uso scientifico , dove
il disegno in poco tempo scomparirà, da quelli amatoriali, dove ancora
per qualche decennio rimarrà a scopo ornamentale.
Bode inserì per la prima volta delle linee punteggiate per
delimitare i confini delle costellazioni. Anche queste muteranno nel
tempo, fino al 1922 quando, a Roma, all'interno della prima Assemblea
Generale dell'Unione
Astronomica Internazionale si decise di avviare un progetto di riforma
compilando i nomi delle definitive ottantotto costellazioni; il compito di
definirne i confini venne affidato nell'Assemblea di Cambridge del 1925 al
belga E. Delporte che , a Leyde nel 1928, presentato il suo lavoro,
ottenne l'approvazione della
comunità astronomica internazionale. L’opera di Delporte è stata
infine pubblicata nel 1930 a Cambridge con il titolo di Delimitation
scientifique des constellations (tables et cartes).
Confronta con
Anleitung zur Kenntniss des Gestirnten Himmels Berlin 1788 Uranographia, Berlino 1801, colorato a mano Vorstellung der gestirne, Berlino 1782 (copia colorata a mano, II Ed.)
Per cortesia di Wikipedia leggi la voce
di FELICE STOPPA
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Tavole
Coelum Stellatum Hemisphaerium Arietis Coelum Stellatum Hemisphaerium Librae
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