Charles Augustus Young

Uranography,The constellations visible in the United States, Boston 1889-1897

 

 

Charles Augustus Young 

 

 

Uranography

The constellations visible in the United States,  Boston   1889-1897

 

  

 

Il volumetto di quarantadue pagine che presento, dedicato alla descrizione delle costellazioni osservabili dagli Stati Uniti d’ America, viene pubblicato nei primi anni del novecento a Boston come supplemento divulgativo al corposo volume  Elements of astronomy di 464 pagine che Young, Professor Emeritus of Astronomy in Princeton University, dedica all’insegnamento dell’astronomia. Dell’ampia opera editoriale dello stesso autore fanno parte anche altri diversi volumi dedicati sia alla divulgazione che, come ad esempio il General Astronomy o il Manual of Astronomy, indirizzati ai Colleges and scientific schools.

Young diede importanti contributi alla ricerca astronomica nel campo della spettroscopia solare, in particolare per aver delineato lo spettro dell’astro durante le eclissi solari del 1869 e 1870. Viene ricordato anche per la precisione con la quale determinò la misura del diametro di Marte durante le sue osservazioni del 1879.

L’Uranography di Young descrive le 66 costellazioni visibili negli Stati Uniti in 64 brevi ma completi Article ed è corredata da quattro mappe che le  rappresentano fino alla declinazione di - 50°.

Map I, cm 16,5 di diametro; rappresenta in proiezione polare equatoriale equidistante concava il cielo boreale dal polo fino alla declinazione + 40°, i cerchi di declinazione sono delineati ogni 10°, i raggi di A. R. sono suddivisi in 24 ore ed ogni sezione oraria è ulteriormente suddivisa in tacche di un quarto d’ora. Il reticolo eclittico è rappresentato dal relativo polo sul quale è incentrato un cerchio (passante anche  per il polo equatoriale) che delinea l’orbita precessionale della proiezione dell’asse terrestre. Mancano i disegni dei personaggi mitologici delle costellazioni per le quali è però tracciato il confine. Sono inoltre ulteriormente evidenziate da un tratteggio che collega gli astri principali. 

 

Ursa Major

 

 

Precessional Orbit of the Pole

 

Le stelle sono disegnate con 5 diversi simboli che ne differenziano la magnitudine e sono posizionate per il 1900. Altri due simboli sono dedicati ai Cluster e alle Nebula. Le stelle principali sono indicate dal nome proprio, per le altre l’autore utilizza le lettere greche di Bayer o il numero progressivo secondo Flamsteed. In Perseus è segnalata la Nova del 1902, molti degli oggetti extrastellari vengono segnalati secondo la classificazione di Messier, vedi ad esempio M92 in Hercules, M31 in Andromeda o M39 in Cygnus.

 

la Nova del 1902

 

Gemini, M35 e M37

 

 

Map II, cm 17,4 x 16,1, Map III, cm 19,1 x 16,1,  e Map IV, cm 17,4 x 16,1, in proiezione equatoriale cilindrica concava, riproducono il cielo dalla declinazione +50° alla -50° rispettivamente per le Ascensioni rette da November a March, da March a August, da Juli a December. Il reticolo equatoriale presenta linee ogni 10° sia in declinazione che in A. R.. In ogni tavola vi è rappresentata con un tratto continuo la curva di pertinenza dell’Eclittica. Le costellazioni e le stelle vi sono rappresentate con lo stesso criterio utilizzato per Map I.

Manca pertanto, come tra l’altro previsto dalla destinazione del volumetto, la rappresentazione del cielo australe oltre alla declinazione negativa di 50°.

L’autore considera quasi tutte le costellazioni che circa vent’anni dopo verranno ratificate ufficialmente da Delporte oltre alle seguenti che invece cadranno in disuso: Anser, Antinous, Argo Navis, (Pleiades), Taurus Poniatovii, Malus per la quale segnala però i nomi delle nuove costellazioni che la sostituiranno.


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MAP I

 

 

 

 

 

 

 

www.atlascoelestis.com

di  FELICE STOPPA

FEBBRAIO 2015