Vincenzo Maria Coronelli |
Planisferii Celesti, calcolati per l’anno MDCC, Venezia 1689-1700 |
Vincenzo Maria Coronelli
Planisferii Celesti, calcolati per l’anno MDCC, corretti, et aumentati di molte stelle, ad uso dell’Accademia Cosmografica degli Argonauti Dal P. Coronelli, M.C. Cosmografo della Serenissima Republica di Venetia. Dedicati all’Illustrissimo, et Eccellentissimo Signore MARCO BEMBO, Senatore Amplissimo, fu dell’Ecc. Signore Francesco.
La carta dei due emisferi celesti, cm 45,6 per 60,4, fu pubblicata più volte tra il 1689 e il 1700 per illustrare opere del Coronelli quali l’Isolario e l’Atlante Veneto. Ritagliati lungo la circonferenza esterna furono inoltre utilizzati, come due tavole distinte, per corredare l’opera a carattere astronomico più importante del cosmografo veneziano, l’Epitome Cosmografica.
Nei
due planisferi, di circa
Con
l’intenzione dichiarata di dimostrare
un Idea Generale del Cielo l’autore non riproduce i personaggi mitologici
delle sue 73 costellazioni limitandosi al disegno delle singole stelle poste su
delle griglie di riferimento calcolate per il 1700.
Le
due volte celesti sono riprodotte in proiezione polare eclittica concava, quindi
con l’osservatore posto al centro della volta stellata. Tra il polo eclittico
ed il cerchio esterno dell’eclittica sono posti, in modo equidistante e ogni
10°, altri otto cerchi di
latitudine. L’eclittica è invece suddivisa in dodici spicchi corrispondenti
alle costellazioni zodiacali delle quali l’autore riporta il nome e il simbolo
astrologico. Ogni spicchio è ulteriormente suddiviso in altri tre parti
riconoscibili da altrettante linee radiali di longitudine numerate in modo
ripetitivo da 10° a 30°. La circonferenza dell’eclittica è evidenziata da
una scala graduata suddivisa in
tacche di un grado di longitudine.
Una
seconda griglia incentrata sul polo equatoriale è sovrapposta a quella
eclittica. Vi sono disegnate linee di ascensione retta e cerchi di declinazione
ogni dieci gradi; i circoli polari, i tropici e l’equatore sono evidenziati in
neretto.
I
due emisferi sono incorniciati da sei cartigli.
I
due centrali sono predisposti per
la dedica a Marco Bembo e per la tabella delle grandezze. Da quest’ultima si
deduce come l’autore ritenesse che le stelle fisse fossero tutte alla stessa
distanza dalla Terra ( 14.000 semidiametri terrestri) e che la loro diversa
luminosità dipendesse dal loro diametro reale che, nel cartiglio, viene
riportato , grandezza per grandezza, in rapporto al diametro della Terra.
Nel
cartiglio in alto a sinistra Coronelli, con un rapido excursus, sottolinea
l’evolversi della rappresentazione cartografica celeste da Tolomeo ai suoi
colleghi contemporanei del seicento.
In
quello di destra, in alto, viene riportata la longitudine della stella di terza
grandezza posta sul corno dell’Ariete evidenziando la sua variazione dall’
epoca di Timocaride a quella di Copernico.
Nei
due cartigli in basso, rispettivamente a sinistra e a destra, sono riportate le
tabelle secondo Tycho Brahe e Riccioli che stimano per un arco di cento anni il
valore della precessione degli equinozi (Moto
di Longitudine delle Stelle Fisse), 51 secondi all’anno secondo Tycho, 50
secondi secondo Riccioli.
Tutti
i testi sono in lingua italiana dell’epoca.
GRANDEZZE DELLE STELLE
FILIGRANA
di
FELICE STOPPA