Vincenzo Maria Coronelli |
Planisferii Celesti, calcolati per l’anno MDCC, Venezia 1689-1700 |
Vincenzo Maria Coronelli
Planisferii Celesti, calcolati per l’anno MDCC, corretti, et aumentati di molte stelle, ad uso dell’Accademia Cosmografica degli Argonauti Dal P. Coronelli, M.C. Cosmografo della Serenissima Republica di Venetia. Dedicati all’Illustrissimo, et Eccellentissimo Signore MARCO BEMBO, Senatore Amplissimo, fu dell’Ecc. Signore Francesco.
La carta dei due emisferi celesti, cm 45,6
per 60,4, fu pubblicata più volte tra il 1689 e il 1700 per illustrare
opere del Coronelli quali l’Isolario
e l’Atlante Veneto. Ritagliati lungo la circonferenza esterna furono
inoltre utilizzati, come due tavole distinte, per corredare l’opera a
carattere astronomico più importante del cosmografo veneziano, l’Epitome Cosmografica.
FILIGRANA
Epitome Cosmografica
L’Epitome
Cosmografica del 1693 di Vincenzo Maria Coronelli, cosmografo della
Serenissima Repubblica di Venezia, è l’opera che rappresenta la sintesi
pratica e teorica del vastissimo lavoro di cartografo che l’autore
svolgerà nella sua vita (Ravenna 1650-Venezia 1718). Coronelli produsse quasi quattrocento carte
cosmografiche e geografiche distribuite tra le sue maggiori
opere, l’Atlante
Veneto del 1690, il Corso
Geografico del 1694, l’ Isolario
del 1696, l’Arcipelago e la Biblioteca
universale sacroprofana, 1701-1709, enciclopedia alfabetica prevista
in venti volumi dei quali furono prodotti i primi sette. Produsse anche decine di globi
terrestri e celesti suddivisi per grandezza in cinque categorie, dai
due esemplari unici del 1693, completamente manufatti, di quindici piedi
di diametro, quasi quattro metri, dedicati a Luigi XIV, ancori esistenti e
depositati nei magazzini del Louvre di Parigi in attesa di una non
semplice sistemazione, ai più piccoli, dedicati nel I globi con superficie a stampa venivano
preceduti dalla realizzazione dei singoli fusi
piani che venivano poi incollati su una sfera, generalmente composta
di legno ricoperta di strati di gesso trattato. Sono così belli che
ancora oggi vengono
prodotti con la massima accuratezza. L’Epitome Cosmografica, dedicata all’ Accademia
degli Argonauti, la prima società geografica del mondo, fondata dallo
stesso Coronelli, è suddivisa in tre libri, il
primo, di 35 capitoli, verte sull’astronomia e sulla cartografia
celeste, il
secondo, di 17 capitoli, tratta della terra e della geografia, infine
il terzo
si compone in 5 capitoli della
parte prima “che contiene la
Descrittione de’ vari globi, che sin hora sono stati fabbricati” e
negli
ultimi 23 capitoli della parte seconda “che
contiene la pratica” della costruzione dei globi. Ad ogni argomento
trattato corrisponde una delle trentotto tavole annesse al volume. Il primo libro ha la struttura delle
classiche De Sphaera, ma risente della predisposizione alla
pratica del Coronelli che lo scrive pertanto con più attenzione ai
fenomeni: i venti e i climi, le
stelle nove, i pianeti e il loro “discernimento” e “Il modo
d’osservare l’ Eclisse del Sole”. Alle comete sono dedicati
quattro capitoli dove trovano posto
la loro
classificazione, pag 163, e l’elenco con la descrizione “delle
comete osservatesi nel Cielo dal Diluvio universale fin’all’anno 1682”. La parte più vasta del primo libro è
dedicata alla descrizione delle 73
costellazioni e delle 1880
stelle, numerate progressivamente in modo continuo e in riferimento al
grande globo di quattro metri di diametro dedicato al Re Sole. La
posizione è calcolata, per latitudine e longitudine, tenendo conto della
precessione degli equinozi per il 1700. Ogni tabella delle costellazioni, la
cui struttura viene descritta dall’autore nelle pagine 43 e 44, è
preceduta da una ampia introduzione dedicata ai nomi delle stelle e alla
relativa mitologia, importante a tal proposito il raro riferimento
sull’origine della Chioma
di Berenice che, a pagina 87, l’autore spiega come sia stata
inventata da Conone il Matematico. Coronelli opera delle scelte personali
confermando alcune nuove costellazioni, come quelle di Royer del Interessanti e curiosi anche i versi
poetici del Bartsch riportati a pag 42 e 43 dove, con toni ironici, si
elencano le corrispondenze tra i nomi classici delle costellazioni e
quelli di ispirazione cristiana che lo Schiller aveva tentato di imporre
con il suo Coelum
Stellatum Christianum del 1627. La
seconda parte del terzo capitolo è quella che "contiene la
pratica"ed il Coronelli, dopo aver trattato questioni
teoriche- pratiche in merito al problema di proiettare sul globo figure e
punti del piano e viceversa, e dopo aver trattato alcuni casi pratici di
astronomia sferica, si sofferma a descrivere con minuzia di particolari il
metodo che utilizza per costruire materialmente
i globi, parlando di materiali, colle,
vernici,
tecniche
di pittura e di incisione
del rame. Un capitolo decisamente interessante per coloro che
volessero cimentarsi nella pratica della costruzione di un globo celeste. Il volume venne stampato a Colonia per conto
dell'editore veneziano Andrea Poletti. APPROFONDIMENTO
dello stesso autore consulta Planisfero
meridionale, corretto, et accresciuto di molte stelle. Calcolato all’Epoca dell’Anno 1700, Descritto dal P. Coronelli, Cosmografo della Serenissima Republica di Venetia, ad uso dell’Accademia Cosmografica degli Argonauti, Venezia 1692
Costellazioni Celesti del Polo Artico, descritte dal P. Coronelli Cosmografo della Serenissima Repubblica di Venezia ad uso dell’Accademia degli Argonauti. Costellazioni Celesti del Polo Antartico, descritte dal P. Coronelli Cosmografo della Serenissima.
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di Felice Stoppa
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