J. Fortin |
Atlas céleste, Parigi 1795 |
J. Fortin
Atlas céleste
"Atlas
celeste"
è il
titolo abbreviato con il quale si è soliti identificare l'atlante del
cielo che J. Fortin pubblicò a Parigi nel 1795. In effetti il titolo
completo che appare nel frontespizio dell'opera è il seguente:
"Atlas Céleste de Flamsteed, Publiè en 1776, par J. Fortin, Ingènieur-Mécanicien
pour les Globes et Sphères. Troisième
édition, Revue, corrigée et Augmentée par les Citoyens Lalande et Méchain.
Paris 1795".
Un titolo lungo e difficile da ricordare che contiene la fuorviante
autodefinizione di "terza
edizione" che potrebbe portare
il lettore all'errore di credere che, in qualche modo, l'autore di
questo atlante possa essere
il Flamsteed. Più semplicemente, la "terza edizione" del 1795 risulta essere la seconda edizione migliorata dell'atlante francese che Fortin pubblicò nel 1776. Opera che si ispirava all'"Atlas coelestis" dell' inglese Flamsteed e al quale voleva rimanere collegata non solo perché ne seguiva i criteri scientifici, l'impostazione delle tavole e lo stile della rappresentazione artistica delle costellazioni, ma anche per auspicarne il successo editoriale che questo atlante, più volte ristampato, aveva ottenuto. Le due edizioni del Fortin si differenziano dal Flamsteed per il formato, in folio il secondo, in 1/4 quello delle prime due, differenza che, pur rendendo portatile e più maneggevole l'atlante francese, ha impedito di aumentare significativamente il numero di stelle rappresentate, obbligando l'autore ad escluderne diverse migliaia la cui posizione era già stata stimata con precisione. Circa un secolo separa l'opera del Fortin (posizione delle stelle calcolate per il 1780) da quella del Flamsteed (stelle riferite al 1690) e in questo aggiornamento consiste, in particolare, il vantaggio apportato dal Fortin che, comunque, corregge molti errori contenuti nell'atlante inglese rispetto al quale è più ricco nei riferimenti alle nebulose. Per queste l'Atlas Celeste si avvale dei risultati contenuti nel relativo catalogo redatto dal Lalande nelle sue "Ephémérides" che, a loro volta, compendiano anche i lavori di scienziati del calibro di Lacaille, Messier, Mechain ed Herschel. E' invece dall'opera del Bayer che il Fortin prende l'idea di disegnare il percorso della Via Lattea. Le tavole del Fortin sono più piccole ma esteticamente più pregevoli di quelle del Flamsteed; 26 anziché 25 perché la tavola unica dell'Hidra, che nell'atlante del Flamsteed veniva stampata con un fuori formato, viene divisa in due. Fortin sostituisce infine i due planisferi boreale e australe del Sharp con quelli più ricchi e aggiornati di Lemonnier del 1746 ( Tav I e Tav XXVIII) e con un terzo dell'emisfero australe realizzato dal Lacaille nel 1752, che introduce 14 nuove costellazioni ispirandosi agli strumenti scientifici e delle arti. Rappresenta una novità la trentesima tavola che in un planisfero raccoglie gli allineamenti delle principali stelle. Le trenta tavole sono ripartite in tre sezioni, una per il cielo boreale, una per la fascia dello zodiaco e la terza per il cielo australe, vengono precedute da nove pagine introduttive e seguite dalle tabelle che riportano le posizioni delle principali stelle in ordine di ascensione retta crescente. La sezione delle tabelle continua con quella relative al passaggio al meridiano del primo punto dell'Ariete e di quella della riduzione dei gradi relativi all'equatore in tempi. Conclude l'opera una descrizione dettagliata, costellazione per costellazione, delle stelle che le compongono e del modo di riconoscerle ed infine trova posto in poche pagine, a cura di Lemonnier, una curiosa sequenza di problemi svolti di astronomia sferica. Fortin introduce nel suo atlante nuove costellazioni raccogliendo il lavoro di diversi astronomi del settecento. Un primo gruppo appare già nell'edizione del 1776 ed è composto dallo Scudo di Sobiensky, dal Ramo e dal Cerbero, tratti dall'opera dell' Hevelius, la Renne, proposta dal Lemonnier nel 1746 per ricordare la spedizione scientifica che gli astronomi francesi realizzarono nel 1736 al circolo polare artico con lo scopo di determinare la misura della Terra. Un secondo nutrito gruppo lo troviamo aggiunto nella seconda edizione del 1795, il Solitaire del Lemonnier 1776, Le Messier, tratto dal Globo di Lalande del 1779, Le Taureau de Poniatowsky dell'astronomo polacco Poczobut. Suggerite dalle Ephémérides de Vienne del 1790 curate da Hell troviamo Les telescopes de Herschel, Tav. XIV e Tav. XV, e l' Harpe de George, mentre il Trophée de Frèdèric è preso da un lavoro del Bode del 1787. Infine Le Mural per ricordare lo strumento utilizzato da Lalande allo scopo di determinare la posizione di almeno trentamila stelle del cielo boreale, un vero monumento dell'astronomia del settecento. Gli
atlanti del Fortin, maneggevoli, curati, aggiornati furono il riferimento
principale di molte delle opere dei successivi decenni, dal portoghese Atlas
celeste arranjado por Flamsteed… - Lisbona, 1804 all’inglese A
celestial atlas comprising a sistematic display of the Heavens di
Alexander Jamieson, London
1822 (Vai alla
pagina dedicata all'atlante), a quello russo, scritto in cirillico, disegnato da Kornelius
Reissig a San Pietroburgo nel 1829, al curioso Atlas celeste del bernese Franz Niklaus
Konig,
Berna 1826, le cui tavole, stampate su carta diafana con sfondo nero,
opportunamente illuminate, proiettavano sulle pareti le immagini
ingrandite delle costellazioni. Lo stesso Bode, prima di cimentarsi nella
sua Uranographie, produsse a Berlino nel 1782 un’opera intitolata
Worstellung der Gestirne in 34 tavole praticamente identiche
a quelle della prima edizione del Fortin.
Nelle due pagine seguenti Henk Bril elenca alcuni oggetti particolari e tutte le Nebulae riportate nell'atlante di Fortin.
Confronta l'edizione del 1795 con quella del 1776
Tavola XIV , la scoperta di Urano
Seguono 20 tavole colorate a mano di un esemplare del 1795 della collezione di nel cui sito si dimostra l'esistenza di diverse varianti dell'edizione del 1776
02 03 04 05 06 07 08 09 10 11 12 13 15 17 18 19 23 24 25 26
Edizione portoghese del 1804
Particolare della tavola X
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Tavole
I e Titolo
Per cortesia di E-rara consulta l'edizione del 1795 https://www.e-rara.ch/zut/content/titleinfo/6046240
vedi anche Globe celeste “Position des Etoiles Fixes pour l’année 1780 Par le Sr. Fortin, Ingén. Géogr. à Paris”
http://www.atlascoelestis.com/Fortin%20globe.htm
di FELICE STOPPA Aggiornamento APRILE 2014
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