ATLAS COELESTIS |
RICONOSCERE GLI AUTORI E DATARE LE CARTE CELESTI |
RICONOSCERE GLI AUTORI E DATARE LE CARTE CELESTI
Una sera di qualche mese fa ricevetti una telefonata da un amico libraio antiquario che mi avvertiva di aver comperato per pochi euro, in uno dei tanti mercati presenti sulla rete, una interessante quanto anonima carta del cielo stellato che gli sembrava rara e antica.
Carta di autore anonimo
Particolare
con la costellazione della Renna (Tarandus o Rangifer) di Le Monnier 1776
L'amico,
curioso di sapere se, come pensava, avesse effettivamente fatto un buon affare e
con la speranza di farne un altro con me, mi chiedeva una consulenza per poterla
eventualmente identificare o almeno
per compilarne una scheda .
Al
primo esame esterno effettivamente la mappa , senza titolo e altri riferimenti
ad autori e date di produzione, dava l’impressione di portare un bel numero di
anni. Il foglio, di formato medio grande, un rettangolo di 51 per
Inoltre
la mappa doveva essere stata staccata dal suo atlante da tantissimo tempo, perché
due pieghe a croce, passanti per il
centro della tavola, tradivano il poco lusinghiero sistema con il quale era
stata conservata, piegata per due e dimenticata in qualche umido scaffale dove
le macchie di umidità, simmetriche rispetto
agli assi delle pieghe, e una leggera patina di muffa,
avevano avuto tutto il tempo di conquistarsi il loro spazio.
L’esame
in trasparenza del foglio non lasciava intravedere filigrane, ma era molto
evidente l’ordito tipico della carta fabbricata con cura artigianale, inoltre
l’impronta della battuta di stampa , un quadrato di
Complessivamente l’esame esterno del materiale lasciava cadere qualsiasi possibilità di pensare ad un falso di recente fattura, troppo complicato e costoso da realizzare per produrre un oggetto da vendere per pochi euro, ed ero già abbastanza convinto che per la produzione della tavola non si dovesse pensare a date successive al secolo XIX.
Concluso
il primo esame dove l’olfatto, il
tatto e la vista contano più di
qualsiasi ragionamento, si trattava di esaminare il contenuto della carta e di
cercare di stanare il suo ideatore .
Già
alla prima occhiata avevo pensato a delle soluzioni, confortate da evidenti
elementi, ma è opportuno prima di formulare le conclusioni, elencare in modo
analitico i punti essenziali che vengono considerati in questo tipo di ricerca,
perché chi legge possa apprenderli
didatticamente al fine di farne
a sua volta buon uso.
Ecco
lo schema:
Descrizione
e misura del materiale di supporto , tecnica di stampa, colori
utilizzati, riferimenti grafici all’ editore, allo stampatore, all’incisore,
all’autore, al luogo di stampa, lingua utilizzata.
Esame
dell’eventuale titolo, didascalie e riferimenti a capitoli o numero di pagina.
Esame
dell’aspetto grafico nel complesso e dello stile dei disegni.
Lettura
degli aspetti tecnici relativi ai reticoli di riferimento, alle proiezioni
utilizzate, ai cerchi graduati e alle relative unità di misura.
Identificazione
della destinazione della tavola, se per ricerca scientifica professionale ,
divulgazione, didattica…
Elenco
dei nomi delle costellazioni inserite e confronto con la tavola
delle 88 costellazioni ufficialmente riconosciute dall'Unione
Astronomica Internazionale.
Elenco
dei nomi delle costellazioni cadute in disuso che siano presenti e
confronto con la relativa
tabella.
Calcolo
della data che si evince dall’esame dei
punti di incontro tra l’eclittica e l’equatore tenendo conto del fenomeno
della precessione degli
equinozi.
Confronto
con altre tavole il cui autore e la data di produzione siano conosciute.
La mappa, senza titoli e riferimenti, in lingua tedesca, rappresenta una vastissima porzione del cielo stellato, misurata attraverso un reticolo incentrato sul polo nord la cui declinazione estrema arriva a toccare i -40°. Già questa è una informazione utile per capire che è una carta riassuntiva destinata ad un osservatore, abitante in Europa ma non più a sud di 50° di latitudine nord, perché riconosca , in ogni momento dell’anno, tutte le costellazioni osservabili.
Particolare,
sotto il Sestante e sotto l'Idra, sopra la Macchina Pneumatica e la Bussola
compare anche la costellazione del Gatto (Lalande 1782)
La
carta è stampata in bianco e nero ed è stata successivamente colorata a mano
ad acquerello, con precisione ma con poco gusto, dividendo le costellazioni in
tre gruppi colorati , come se
l’improvvisato pittore avesse dovuto svolgere un esercizio scolastico, rosa
quelle australi, gialle le dodici zodiacali e grigie, poi ricoperte di azzurro,
quelle boreali.
Le
stelle sono quelle visibili ad
occhio nudo, non vengono riportate le lettere greche identificative ma soltanto
il nome proprio di alcune di quelle più luminose . L’ascensione retta è
calcolabile utilizzando due cerchi graduati che indicano uno le ore, divise da
tacche di dieci minuti, e l’altro i gradi
sessagesimali, suddiviso in tacche da un grado. Anche queste ultime
caratteristiche, che riducono all’essenziale i contenuti della carta , fanno
propendere per uno scopo ad uso didattico informativo e non professionale della
mappa.
Riassumendo,
la nostra stampa è stata quasi sicuramente staccata da un atlante geografico
tedesco di grande formato, di uso
probabilmente scolastico, tipo di opera dove
era abitudine riportare , tra le prime pagine, ad uso didattico, delle tavole di
contenuto astronomico.
Ma
a quale periodo risale l’atlante e a quale autore
si ispira?
Leggendo i nomi delle costellazioni, oltre a quelle ideate da Lacaille, possiamo trovarne una grande quantità di quelle attualmente cadute in disuso. Vi sono anche l’Officina Tipografica ( Buchdruck Werkstadt) e il Telescopio di Herschel ( Herschels Telescop), che il tedesco Bode tenne a battesimo per la prima volta nella sua Uranografia del 1801, e non vengono escluse quelle ideate precedentemente, come il Felis (Catze, il gatto) e il Globus Aerostaticus (Luftballon, il Pallone Aerostatico) di Lalande, proprio come aveva operato Bode nella sua opera e come fecero per alcuni decenni, nel primo ottocento, quasi tutti gli autori di carte celesti.
Particolare, il Pallone Aerostatico come anche la Macchina Pneumatica della precedente immagine furono introdotte da Lalande fra le costellazioni soltanto nel 1782. La loro presenza in questa carta ci dice che abbiamo a che fare con un'opera realizzata dopo tale data.
Particolare, la costellazione dell'Officina Tipografica era posizionata sopra Argo e confinava con il Cane Maggiore. Essendo stata introdotta da Bode nel 1801, la sua presenza nella nostra carta anonima ci costringe ad alzare di altri 19 anni il limite inferiore di datazione. L'immagine in bianco e nero è un particolare di un lavoro di Bode del 1805 (FonteGutenberg Jahrbuch 1950, Festschrift zum 50 Jahrigen Bestehen des Gutemberg-Museums in Mainz), Le due immagini sono quasi uguali .
Non
si trovano invece le costellazioni introdotte nel 1822 da
Jamieson,
La
Norma Nilotica in Jamieson 1822
La data di produzione della carta è pertanto da inserire tra il 1801 e il 1822, intervallo di tempo dove va anche a cadere il 1807, anno che si evince dall’ esame dell’ascensione retta di eta Virginis che consta di circa 182,3°.
Particolare della Jungfrau, la Vergine, con Eta Virginis molto ben evidenziata è possibile datare la mappa utilizzando il fenomeno della precessione degli equinozi
Quanto
all’autore, la nostra attenzione va focalizzata su J.J.Bode che in quegli
anni, specialmente in Germania, aveva fortemente ispirato i disegnatori di mappe
celesti.
L’astronomo
berlinese prima dell’ Uranographia del 1801, il più grande dei suoi
atlanti, quello ritenuto dagli storici dell’astronomia come la massima
espressione della cartografia celeste fino ad allora prodotta,
aveva realizzato un atlante
di più piccolo formato , di ispirazione francese, il Vorstellung der
Gestirne, Berlin 1782, opera che
nella successiva edizione aggiornata del 1805 riporta una tavola quasi identica
alla nostra, forse soltanto leggermente più elaborata stilisticamente. E'
da ritenere che questa sia la fonte che ha condotto la mano dell’ incisore che
ha realizzato la nostra mappa per un atlante geografico divulgativo, prodotto in
Germania nel secondo o terzo decennio dell’ottocento.
Vai ai particolari della carta
Certo non siamo riusciti a prendere per la camicia il vero autore della tavola. Questo sarà possibile farlo soltanto quando qualcuno presenterà l’opera completa da dove la mappa è stata staccata; però la soddisfazione di aver trovato l’angolino storico spazio temporale che l’ ha generata è grande e anche il lettore curioso potrebbe gustarsela, cimentandosi con le due tavole (A e B) che vengono qui proposte. Queste non sono anonime; sono conosciute ma sono apparse raramente su riviste o libri di storia dell’astronomia.
Tavola A
Tavola B
Vuole
il lettore provare a identificare l'autore o l'epoca di realizzazione,
aiutandosi con le indicazioni che diamo nei riquadri? Per
la verifica ecco la risposta.
Esemplare non colorato della stessa tavola di proprietà della
http://www.atlascoelestis.com/Bode%20attr.htm
https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/btv1b84913620.r=ciel%20carte?rk=2746794;4
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di Felice Stoppa