ATLAS COELESTIS |
LE NOSTRE COSTELLAZIONI |
Elenco delle 88 costellazioni ufficiali ratificate da Delporte 1922-1930
I
nomi sono in latino, segue l'abbreviazione ufficiale e per le
costellazioni non tolemaiche viene indicato l'ideatore
Nel
Il compito di definirne i confini venne
affidato nell'Assemblea di Cambridge del 1925 al belga E. Delporte che , a Leyde
nel 1928, presentato il suo lavoro, ottenne l'approvazione
della comunità astronomica internazionale. Il lavoro di Delporte venne
infine pubblicato nel
L’elenco comprendeva quasi tutte le costellazioni descritte da Tolomeo
nell’Almagesto più una selezione significativa di quelle utilizzate dagli
astronomi a partire dal 1603, data
di pubblicazione dell’ Uranometria
di
I. Bayer, il primo atlante che propose nuovi raggruppamenti di stelle per
descrivere in particolare il cielo dell’emisfero sud.
Nella tabella sono elencati i nomi in latino e di seguito le abbreviazioni ufficiali delle costellazioni di Delporte. Vengono inoltre indicati i nomi degli astronomi che descrissero per la prima volta le costellazioni post Tolomeo nelle loro seguenti opere:
Uranometria, Edizione del 1661
Iohann Bayer, Uranometria 1603
Globus
Coelestis Omnes Stellas fixas à Nobilisso Tychone Brahe, aliisq[ue]
diligentisso observatas accuratisse exhibens: Australes insuper Petri
Theodori Archinautae celeberrimi ostentans nec non Stellas quasdam novas, &
Cometarum aliquot trajectiones adumbrans Omnib[us] ad annum 1675
accomodatis Studio et opera Isaaci
Habrechti Phil: et Med:
Doct: / Sculptura et impressione Iacobi ab Heyde[n].
Joh: Christoph Weigel exc: Noribergae.
Nuremberg: Johann Christoph Weigel, Edizione del 1675
Isaac Habrecht II, Globus Coelestis 1621
Johannes Hevelius, Firmamentum Sobiescianum sive uranographia 1690
Nicolas Louis de Lacaille, Planisphere contenant les Constellations Celestes, in Academie Royale des Sciences, Paris 1756, tavola che compendiava le osservazioni realizzate dallo stesso autore nel biennio 1751-52.
In queste importanti edizioni scientifiche vennero ufficializzate anche consuetudini e usi già in vigore negli anni precedenti, pertanto gli autori di queste opere non sempre coincidono con il vero inventore del nome delle nuove costellazioni. Ad esempio le costellazioni australi introdotte da Bayer erano state anticipate dai navigatori e commercianti F. de Houtman e P. D. Keyser in seguito alle osservazioni effettuate durante i loro viaggi nell’ Oceano Indiano, e riprodotte in un globo del 1598 dal Plancius , mentre Columba e Camelopardalis apparivano già nel 1589, sempre in un globo del Plancius.
Altre note alla tabella:
Musca, definita nel 1756 da Lacaille prese il posto della Apis di Bayer del 1603.
Crux e Coma Berenices non sono costellazioni autonome descritte da Tolomeo ed è difficile poter identificare con precisione autori e opere dove vengano denominate scientificamente per la prima volta. Appartengono anche alla tradizione letteraria e a quella pittorica, la prima è già descritta da Dante nella sua Commedia, appare in diversi affreschi medievali e rinascimentali, molto spesso in posizioni completamente diverse da quella attuale.
In una mappa americana
settecentesca, incisa da Robert Scot, è riprodotta addirittura due volte, sia
tra le zampe del Centauro, come deve essere, con il nome di The Crosiers , che
in quelle del Sagittario con il nome di Crosern.
Eccola invece descritta in una lettera del 1516 dal viaggiatore italiano Andrea Corsali:
Copia della "Lettera di Andrea Corsali allo illustrissimo Principe Duca Juliano de Medici, venuta Dellindia del mese di Octobre nel XDXVI"
Coma Berenices viene rappresentata in mappe diverse sia come una chioma ma anche come un mazzo di grano; in un affresco rinascimentale di un palazzo di Teglio in Valtellina è dipinta come un pesce.
Possiamo risolvere il nodo genealogico di queste due costellazioni rimettendoci all’autorità di Lalande che nella sua monumentale opera Astronomie, Troisieme édition,1792, inserisce Crux tra le costellazioni formate “par les modernes”, dividendone la paternità tra Halley e le carti celesti pubblicate da Royer nel 1679 e allegate ad un nuovo catalogo di 1806 stelle, mentre inserisce Coma Berenices nell’elenco delle costellazioni boreali antiche, precisando che Tolomeo vi fa riferimento mentre descrive tre stelle del Leone , la più boreale delle quali si trova immersa in un insieme nebuloso chiamato chevelure, cioè Coma.
Nell’Epitome Coronelli cita una versione diversa in merito a questa costellazione dandone la paternità a Conone il matematico.
Coma Berenices
appare per la prima volta in un atlante importante soltanto nel 1603,
nell’Uranometria del Bayer dove è però disegnata, seguendo la tradizione
araba, come un mazzo di grano ( L’atlante del Bayer è stato ristampato con i
primi sette numeri della rivista "le Stelle", la tavola 7 che riporta
Nella tabella, Vela, Puppis e Carina sono elencate come costellazioni indipendenti, ma non sono costellazioni antiche, nell’Almagesto le loro stelle vengono elencate sotto l’unica denominazione di Argo Navis, una costellazione talmente vasta che Lacaille trovò utile dividerla in parti nel suo catalogo dell’emisfero australe del 1763. La suddivisione di Lacaille venne ufficialmente ratificata da B. A. Gould nella sua opera Uranometria Argentina del 1879 ma, fino alla pubblicazione di questo importante catalogo, per un intero secolo, i cartografi continuarono ad operare pensando ad una unica costellazione, disegnandola in modo unitario. Anche Argelander nell’ Uranometria Nova del 1843 riporta Argo Navis nella sua completezza, limitandosi ad accostare a questo nome quelli delle tre suddivisioni.
I dati contenuti in questa tabella
, comparati con quelli contenuti in
quella delle costellazioni cadute in
disuso, possono aiutarci a riconoscere la
data di produzione e il nome dell’autore di una eventuale carta celeste
la cui origine sia sconosciuta.
Sopra l'origine delle costellazioni australi leggi il seguente articolo
di
Title: | On Frederick de Houtman's catalogue of southern stars, and the origin of the southern constellations | |
Authors: | Knobel, E. B. | |
Publication: | Monthly Notices of the Royal Astronomical Society, Vol. 77, p.414-432 (MNRAS Homepage) | |
Publication Date: | 03/1917 | |
Origin: | ADS | |
Bibliographic Code: | 1917MNRAS..77..414K |
Su Frederick de Houtman
consulta la pagina di
https://www.lindahall.org/about/news/scientist-of-the-day/frederick-de-houtman
Per cortesia di
Elenco delle costellazioni tolemaiche e post tolemaiche, comprensive di quelle ora desuete, (con relativo autore) in una tabella inserita nel saggio di
William Peck
The
Constellations
and how to find
them; 13 maps, showing the position of the constellations in the sky during each
month of any year. A popular and simple guide to a knowledge of the starry
heavens, with introduction, general explanations, and a separate description of
each map,
http://www.atlascoelestis.com/Peck%201889.htm
COLLEGAMENTI ESTERNI DI APPROFONDIMENTO
PER CORTESIA DI
Ritorna alla prima pagina della sezione
di Felice Stoppa